![]() |
Stele di Nora |
In Sardegna la tendenza conservatrice è sempre stata forte in tutti i campi. Questo è un aspetto che ha contribuito al mantenimento della propria lingua nonostante le continue influenze delle lingue portate dai "dominatori". La lingua sarda nel suo lessico conserva ancora tantissimi termini che appartengono all' antichissimo patrimonio lessicale sardo. Questo si nota nella toponomastica infatti sono tanti i nomi di luoghi che sono rimasti pressoché invariati . Per lingua nuragica si intende quella parlata in Sardegna durante il periodo nuragico prima della latinizzazione dell'isola. Sulla presenza di questa lingua c' è più di una scuola di pensiero tra i ricercatori. Si aggiungono sempre più nuovi dati che sono messi a disposizione dai ritrovamenti (iscrizioni epigrafiche). Ciò che fino ad ora è mancato sono degli scritti veri e propri, cioè documenti scritti dagli stessi nuragici nella loro lingua. Sono state trovate iscrizioni su massi o nelle steli che si prestano a più interpretazioni. Qualsiasi altra civiltà a partire dai Romani, Fenici, Greci, Etruschi, ci ha lasciato testimonianze scritte che hanno permesso di attestare la presenza di un' alfabeto e la conseguente scrittura ad esso legata. Per i sardi nuragici è luogo comune pensare che fossero un "Popolo di pastori e illetterati". Luogo comune che mi sento di rifiutare non perché sardo, ma perché una civiltà che ha costruito edifici maestosi come i nuraghi, che ha avuto frequenti e lunghi contatti con altre civiltà coeve, non poteva essere "illetterato" con un tessuto sociale fatto di solo pastori. Il problema della ricostruzione della lingua parlata dai nuragici sta nell' assenza di attestazioni certe della presenza di una forma di scrittura. Oggi ancora non possiamo affermare con assoluta certezza che sia stato identificato alcun reperto con iscrizioni da ricondurre a una lingua nuragica. La maggior parte degli studiosi alla luce dei dati disponibili è portato a credere che gli antichi nuragici non abbiamo mai fatto uso della scrittura. L' antica lingua protosarda parlata durante l'età nuragica è di difficile ricostruzione in quanto è stata inquinata dal latino e altre lingue introdotte nel corso dei vari periodi di ocuppazione. Non abbiamo dati certi incofuttabili. Gli apassionati e studiosi che cercano una risposta non possono far altro che formulare delle ipotesi che esporrò più avanti. A dire il vero un ricercatore Gigi Sanna (il più convinto e apassionato in merito alla ricerca di una scrittura nuragica, autore di un libro interessantissimo "Sardoa Grammata") ha fatto alcune ricerche che hanno messo in luce la possibilità di una scrittura Nuragica già in uso prima che arrivassero i fenici sull'isola. Questi nuovi dati resi disponibili da Gigi Sanna danno un impulso maggiore alla ricerca di una forma di scrittura sardo-nuragica. Sono dati da non sottovalutare. Sanna è un ricercatore oltre che apassionato molto competente. Gli alfabeti dei grandi popoli del passato non sono nati "in domus propria" cioè creati ex novo da loro stessi, ma bensì partendo da alfabeti preesistenti. I Romani presero come base di partenza l' alfabeto Etrusco, i Greci il Fenicio. Chissà probabilmente anche il popolo nuragico prese spunto da un' altro alfabeto nel creare il loro alfabeto e una probabile forma di scrittura che ancora non riusciamo ad accertare.
IPOTESI POSSIBILI
Una ipotesi possibile potrebbe essere che prima dello sviluppo della Civiltà Nuragica fosse in uso una lingua ed una scrittura preindoeuropea. Ma occorrerebbe associare a questa ipotesi il presupposto che il popolo nuragico fosse la diretta evoluzione di un popolo che già abitava la Sardegna. Questa è un' ipotesi che non si allinea con il pensare comune di buona parte degli studiosi di storia sarda, i quali pensano che il popolo nuragico si sia sviluppato da genti arrivate in Sardegna chissà da dove. Tesi che non mi sento di condividere in quanto credo che siano state le popolazioni che da tempo risiedevano in Sardegna nel corso della loro evoluzione culturale a far nascere la Civiltà Nuragica e il suo conseguente sviluppo. Ciò spiegherebbe la presenza di testimonianze delle culture prenuragiche in prossimità di molti nuraghi. Nella ricerca di una matrice da cui derivare la nascita della lingua sarda molti ricercatori hanno dedicato e continuano a dedicare molte energie. Otre che italiani sono tanti anche gli "stranieri" che si dedicano alla ricerca di una risposta in tal senso. Elencarli tutti richiederebbe molto spazio. Citerò i più importanti (a mio parere) : Massimo Pallotttino, Massimo Pittau, Gigi Sanna, Terracini, Ferrer, Wagner (uno tra i massimi studiosi della lingua sarda che in uno dei sui tanti studi sull' origine della lingua sarda arrivo alla conclusione che la lingua sarda fosse una lingua preindoeuropea con affinità nella lingua basca e berbera). Secondo Wagner questa possibilità la offre lo studio attento dei toponimi (nomi delle località) e fitonomi sardi. Questa è una ipotesi che non è del tutto condivisibile, in quanto le analogie tra toponimi sardi e baschi o anche berberi non è poi cosi tanto visibile. Ciò vale anche per i fitonomi. Eduardo Blasco Ferrer è un ricercatore che come Wagner segue la pista iberica. Nel 2010 ha pubblicato uno studio in cui sostiene che i primi sardi sarebbero giunti nell' isola dalla penisola iberica e solo in un secondo tempo ci sarebbe stato un debole flusso di genti indoeuropee. Il Ferrer ipotizza che i nomi delle tribù nuragiche degli Iliensi e dei Balari rievocherebbero i nomi delle tribu iberiche. Una teoria affascinante ma scarsamente condivisibile perché non conosciamo con esattezza i nomi delle tribu iberiche. La pista iberica è seguita da più ricercatori e non vi ha rinunciato neanche un grande studioso della storia Etrusca e Sarda come Massimo Pallottino. Un altro studioso, Benvenuto Terracini invece sostiene, (discostandosi dalla pista iberica) che la Sardegna antica fosse divisa in due aree geografiche/linguistiche: una meridionale da riferire ad una derivazione afro/iberica, e una settentrionale da riferire ad una derivazione ligure. Questo porterebbe a pensare che vi siano stati due flussi migratori principali, con stanzialità nelle due parti dell' isola: la settentrionale e la meridionale. Come ho accennato precedentemente, gli studiosi che hanno cercato di dare una risposta sull' origine della lingua sarda sono tanti, sia italiani che stranieri. L' archeologo Giovanni Ugas ( grande conoscitore dell' archeologia sarda) ha proposto una teoria del tutto nuova, che si discosta dalla pista iberica percorsa dagli studiosi menzionati in precedenza. Secondo quanto sostiene Ugas nella Sardegna nuragica si parlavano ben tre lingue, associabili alle diverse tribù/etnie presenti nell' isola: Balari, Corsi, Iolei/Iliensi. Secondo Ugas ogni tribù parlava una lingua diversa. Queste diversità sarebbero all' origine delle diverse parlate oggi presenti in Sardegna; logudorese, campidanese, gallurese. Teoria su cui non concordo. La lingua sarda parlata oggi ha matrice e substrato linguistico unico. Penso che le diversità sono attribuibili non a diversa matrice, ma a influenze linguistiche esterne dovute alle varie dominazioni: Fenici, Romani, Bizantini, Aragonesi. Il logudorese ha subito in modo minore l' influenza delle lingue degli "occupanti", è linguisticamente più vicino al sardo arcaico. Qualche esempio delle similitudini tra lessemi della lingua sarda e di altre lingue:
ITALIANO SPAGNOLO SARDO
Pietra piedra perda
Faccia cara cara
Scrivere escribir iscriere
Braccio brazo brazzu
ITALIANO BIZANTINO SARDO
Rompere èrroga arrogai
Picchiare ropalò arropai
Sbadigliare cascàre cascai
ITALIANO LATINO SARDO
Casa domus domo/domu
Uomo homo homine
Questo testo è un estratto della Carta de Logu ( raccolta di leggi promulgata dalla giudicessa Eleonora d' Arborea nell' anno 1316) è scritto in sardo-arborense. "Volemus et ordinamus: qui su hoì cat benne arma du a silua nostra o de curadore leuent illi prossa silua nostra berbeghes deghi et pro sa silua dessu curadore boe vnu et perdat sarma.Et sio nò si intèdat pro virgas ghor tellu et ispada.".
Ancora oggi la lingua sarda risente di una "italianizzazzione" e ciò avviene perché i giovani tendono a parlare sempre meno in sardo, e quando lo fanno adottano una traduzione italiano/sardo molto aprossimativa. Inoltre non si fa assolutamente nulla per conservare e proteggere questa antichissima lingua. La Costituzione nell' Art. 6 recita: "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. ". Di concreto non si fa niente neanche in questa direzione, e nel mentre la lingua sarda rischia di scomparire. Basterebbe insegnarla nelle scuole della Sardegna. Dovrebbe essere reso obbligatorio nella toponomastica indicare il nome della località, in sardo oltre che in italiano. Sono pochi i comuni che adottano questo criterio, perché nessuno li obbliga. Tralasciando queste divagazioni sulla realtà odierna della lingua sarda, vorrei citare un' altro illustre studioso, il Proff. Massimo Pittau che sostiene una tesi secondo cui la lingua sarda antica o protosarda, fosse legata alla lingua etrusca. Secondo il pensiero di Pittau i nuragici come gli etruschi, non erano una popolazione autcona, ma bensì una popolazione proveniente dalla Lidia, che al loro arrivo in Sardegna portarono con se la loro lingua, con il tempo questa lingua andò a sovrapporsi ad una lingua che le popolazioni prenuragiche già parlavano. Questa è una teoria che può avere una certa fondatezza, in quanto le similitudini tra Etruschi e Nuragici ci sono. Anche un' altro ricercatore Alberto Aredau non segue la pista iberica, ma sostiene che il "il popolo del mare" ovvero sia gli Shardana, fossero di origine illenica. Marcello Pili invece avanza l' ipotesi micenea e riconduce questa ipotesi ai racconti di Iolao e Sardo e alle tante similitudini tra le costruzioni micenee e le nuragiche. Le ipotesi in campo sono tante, tutte più o meno condivisibili. Una risposta certa, sicura incofuttabile sull' origine della lingua sarda, sull' eventuale suo uso nel periodo nuragico, non possiamo averla. Ci sono pervenute delle iscrizioni epigrafiche, ma occorre essere molto cauti prima di associarle ad una forma di scrittura di una antica lingua sarda.
LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE
Come ho detto in precedenza, non abbiamo disponibili testimonianze che attestino l' esistenza della scrittura nel periodo nuragico, tanto meno l' origine della lingua sarda. Ma abbiamo a disposizione alcune iscrizioni epigrafiche a cui gli studiosi cercano di attribuire una paternità linguistica. In Sardegna sono state trovate iscrizioni in alfabeto geroglifico egizio, forse in alfabeto minoico, numerose in alfabeto fenicio, in alfabeto etrusco, in alfabeto greco. Tutte queste iscrizioni dimostrano che i sardi nuragici non erano del tutto "illetterati" ma che tra loro vi erano individui che sapevano leggere e probabilmente scrivere . Non sono numerose ma ritengo doveroso esporre le più importanti. Non vi è dubbio che la più nota è la "stele di Nora". Buona parte degli studiosi ne attribuisce la paternità ai Fenici(?), e ne colloca la realizzazione attorno al 800-750 a.C. Nell' iscrizione "SHDRDN" è riportata la scritta Sardegna. In due massi ai lati dell' ingresso del nuraghe Rampinu di Orosei abbiamo un' iscrizione in caratteri greci: ITSN TS TINHBEI. A detta di alcuni potrebbero essere due simboli ed un vocabolo riconducibili ad alfabeto greco. Altra iscrizione in caratteri greci "BE" la troviamo nel nuraghe Su Nuraxi a Barumini. Altre iscrizioni sono riscontrabili nel nuraghe Aidu Entos di Bortigali, in un masso di un nuraghe demolito nella foresta di Is Cannoneris e infine in alcuni blocchi di pietra ritrovati a Sedilo. La mia convinzione è che i sardi nuragici non avessero una forma di scrittura propria, ma che comunque alcuni di loro per tenere i contatti commerciali/culturali con gli altri popoli coevi sapessero leggere e scrivere nelle lingue conosciute al tempo. Credo anche che la lingua sarda attuale, pur con tutte le contaminazioni linguistiche avute nel corso dei secoli, discenda dalla lingua dei nuragici.
ITALIANO SPAGNOLO SARDO
Pietra piedra perda
Faccia cara cara
Scrivere escribir iscriere
Braccio brazo brazzu
ITALIANO BIZANTINO SARDO
Rompere èrroga arrogai
Picchiare ropalò arropai
Sbadigliare cascàre cascai
ITALIANO LATINO SARDO
Casa domus domo/domu
Uomo homo homine
Questo testo è un estratto della Carta de Logu ( raccolta di leggi promulgata dalla giudicessa Eleonora d' Arborea nell' anno 1316) è scritto in sardo-arborense. "Volemus et ordinamus: qui su hoì cat benne arma du a silua nostra o de curadore leuent illi prossa silua nostra berbeghes deghi et pro sa silua dessu curadore boe vnu et perdat sarma.Et sio nò si intèdat pro virgas ghor tellu et ispada.".
Ancora oggi la lingua sarda risente di una "italianizzazzione" e ciò avviene perché i giovani tendono a parlare sempre meno in sardo, e quando lo fanno adottano una traduzione italiano/sardo molto aprossimativa. Inoltre non si fa assolutamente nulla per conservare e proteggere questa antichissima lingua. La Costituzione nell' Art. 6 recita: "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche. ". Di concreto non si fa niente neanche in questa direzione, e nel mentre la lingua sarda rischia di scomparire. Basterebbe insegnarla nelle scuole della Sardegna. Dovrebbe essere reso obbligatorio nella toponomastica indicare il nome della località, in sardo oltre che in italiano. Sono pochi i comuni che adottano questo criterio, perché nessuno li obbliga. Tralasciando queste divagazioni sulla realtà odierna della lingua sarda, vorrei citare un' altro illustre studioso, il Proff. Massimo Pittau che sostiene una tesi secondo cui la lingua sarda antica o protosarda, fosse legata alla lingua etrusca. Secondo il pensiero di Pittau i nuragici come gli etruschi, non erano una popolazione autcona, ma bensì una popolazione proveniente dalla Lidia, che al loro arrivo in Sardegna portarono con se la loro lingua, con il tempo questa lingua andò a sovrapporsi ad una lingua che le popolazioni prenuragiche già parlavano. Questa è una teoria che può avere una certa fondatezza, in quanto le similitudini tra Etruschi e Nuragici ci sono. Anche un' altro ricercatore Alberto Aredau non segue la pista iberica, ma sostiene che il "il popolo del mare" ovvero sia gli Shardana, fossero di origine illenica. Marcello Pili invece avanza l' ipotesi micenea e riconduce questa ipotesi ai racconti di Iolao e Sardo e alle tante similitudini tra le costruzioni micenee e le nuragiche. Le ipotesi in campo sono tante, tutte più o meno condivisibili. Una risposta certa, sicura incofuttabile sull' origine della lingua sarda, sull' eventuale suo uso nel periodo nuragico, non possiamo averla. Ci sono pervenute delle iscrizioni epigrafiche, ma occorre essere molto cauti prima di associarle ad una forma di scrittura di una antica lingua sarda.
![]() |
Stele di Sedilo |
Come ho detto in precedenza, non abbiamo disponibili testimonianze che attestino l' esistenza della scrittura nel periodo nuragico, tanto meno l' origine della lingua sarda. Ma abbiamo a disposizione alcune iscrizioni epigrafiche a cui gli studiosi cercano di attribuire una paternità linguistica. In Sardegna sono state trovate iscrizioni in alfabeto geroglifico egizio, forse in alfabeto minoico, numerose in alfabeto fenicio, in alfabeto etrusco, in alfabeto greco. Tutte queste iscrizioni dimostrano che i sardi nuragici non erano del tutto "illetterati" ma che tra loro vi erano individui che sapevano leggere e probabilmente scrivere . Non sono numerose ma ritengo doveroso esporre le più importanti. Non vi è dubbio che la più nota è la "stele di Nora". Buona parte degli studiosi ne attribuisce la paternità ai Fenici(?), e ne colloca la realizzazione attorno al 800-750 a.C. Nell' iscrizione "SHDRDN" è riportata la scritta Sardegna. In due massi ai lati dell' ingresso del nuraghe Rampinu di Orosei abbiamo un' iscrizione in caratteri greci: ITSN TS TINHBEI. A detta di alcuni potrebbero essere due simboli ed un vocabolo riconducibili ad alfabeto greco. Altra iscrizione in caratteri greci "BE" la troviamo nel nuraghe Su Nuraxi a Barumini. Altre iscrizioni sono riscontrabili nel nuraghe Aidu Entos di Bortigali, in un masso di un nuraghe demolito nella foresta di Is Cannoneris e infine in alcuni blocchi di pietra ritrovati a Sedilo. La mia convinzione è che i sardi nuragici non avessero una forma di scrittura propria, ma che comunque alcuni di loro per tenere i contatti commerciali/culturali con gli altri popoli coevi sapessero leggere e scrivere nelle lingue conosciute al tempo. Credo anche che la lingua sarda attuale, pur con tutte le contaminazioni linguistiche avute nel corso dei secoli, discenda dalla lingua dei nuragici.