Rappresentazione battaglia di Sanluri |
Dei quattro regni medievali autonomi sardi ne era rimasto solo uno: il regno di Arborea. Gli altri tre erano stati fagocitati dal nuovo regno di Sardegna. Il REGNUM DI SARDIGNIAE ET CORSICAE fu "inventato" dal Papa Bonifacio VIII e gentilmente regalato ai sovrani d' Aragona nell' anno 1.227. Per divenire regno di fatto mancava la conquista da parte degli Aragona e la conseguente sottomissione di tutta la Sardegna. I nuovi Re di Sardegna avevano un ultimo ostacolo da superare : il regno d' Arborea. I regnanti arborensi non accettarono mai la presenza degli aragonesi sul suolo sardo, consideravano gli stessi degli usurpatori. Questo aspetto fu determinante per l' instaurarsi di uno stato di guerra quasi permanente tra i due regni. Si firmarono vari trattati di pace che vennero puntualmente disconosciuti dagli arborensi. Gli arborensi preferivano dar voce alle armi piuttosto che ricorrere alla diplomazia. Il trattato di pace che resse più a lungo fu firmato da Mariano IV d' Arborea e Pietro IV d' Aragona il giorno 11 luglio 1.355. Mariano IV riprese la guerra nel 1.365 attaccando il castello aragonese di Sanluri e conquistandolo. Il regno di Arborea (Rennu de Arborea in lingua sarda) negli anni successivi aveva annesso strappandoli agli Aragonesi molti territori, riuscendo così a portare l' estensione territoriale a quasi tutto il territorio isolano. I territori Aragonesi erano ridotti ai porti di Alghero, di Castel di Cagliari (Cagliari) e Longosardo (attuale Santa Teresa di Gallura). Tale espansione inizio sotto il regno della Regina Eleonora grazie all' abilità di Brancaleone Doria marito di Eleonora. Brancaleone alla guida delle truppe Arborensi sconfisse ripetutamente gli aragonesi annettendo di volta in volta nuovi territori fino ad allora controllati dagli iberici. Dopo la morte del sovrano arborense Mariano V figlio di Eleonora e Brancaleone il regno cadde in una profonda crisi dinastica che vide contrapposti alcuni eredi collaterali nella contesa del trono d' Arborea.
Aragonesi e sardi Arborensi continuarono ad affrontarsi. Da una parte gli Aragonesi cercavano di annettere tutta la Sardegna in virtù di una "licentia invadendi" concessa loro dal Papa Bonifacio VIII. Dalla parte opposta i sardi che per la quasi totalità vivevano nei territori sotto il controllo del regno di Arborea aspiravano arditamente ottenere la piena indipendenza della Sardegna. Per gli aragonesi non era cosa facile fronteggiare i sardi arborensi nelle battaglie per cosi dire "ridotte" in quanto questi ultimi conoscevano bene il territorio e avevano una forte determinazione nel voler scacciare gli iberici usurpatori. Con queste premesse e in uno stato di guerra che persisteva da lungo tempo, gli eserciti delle due casate che miravano alla supremazia statuale sull' intera isola, il 30 giugno 1.409 si affrontarono in una decisiva battaglia presso il borgo fortificato (al tempo) di Sanluri. Fu questa la battaglia decisiva per le sorti del regno d' Arborea. Ogni sogno d' indipendenza e autonomia svani definitivamente quel giorno. La battaglia fu cruenta. Per i sardi fu un massacro. Come già detto gli Aragonesi per gentile concessione del Pontefice Bonifacio VIII si ritrovarono Re di Sardegna, ma questo atto non bastava. Era necessario legittimare la "regalia" con il reale possedimento della Sardegna. Gli Arborensi dal canto loro dovevano ribadire il loro diritto alla sovranità sui territori del regno d' Arborea in quanto ritenevano giustamente che tale diritto gli derivava dalla successione dinastica che si susseguiva da ben 5 secoli e non da regalie papali. Martino il Vecchio sovrano della Corona d' Aragona avendo ben capito che i regnanti del regno d' Arborea rappresentavano un pericolo per il possesso dell' isola decise di inviare in Sardegna una cospicua spedizione militare con il chiaro intento di smorzare definitivamente le velleità espansionistiche in territorio sardo dei sovrani del regno d' Arborea. La spedizione fu guidata da Martino il Giovane Re di Sicilia figlio del Re d' Aragona. La spedizione parti dalla Sicilia e giunse al porto di Cagliari il 6 ottobre 1.409. Il commando militare fu affidato a Pietro Torrelles un abile stratega, molto esperto che già aveva combattuto per Martino il Vecchio. Il corpo militare aragonese era composto da 3.000 cavalieri e 8.000 fanti. I fanti aragonesi erano ben preparati, ben organizzati e disciplinati: dei veri soldati. Cosa molto importante erano protetti da corazza, scudo, elmo e armati con doppia spada: una lunga e una corta. I cavalieri erano forniti di armatura e i cavalli erano ugualmente protetti. I sardi Arborensi si apprestavano a raggiungere Sanluri con un esercito ben più numeroso: 3.000 cavalieri e 17.000 fanti. Facevano parte di questo esercito 200 balestrieri genovesi e un centinaio di soldati francesi e lombardi. Ma dire che era un vero esercito è un po' troppo. Tranne che per i cavalieri che erano ben armati e protetti, il resto dei soldati era armato alla bene e meglio. I fanti non avevano la corazza a protezione del corpo il capo non era protetto dall' elmo. Non tutti i fanti erano adeguatamente armati. I fanti armati per così dire in modo convenzionale per l' epoca, potevano contare sulla "virga sardesca" che poi non era altro che una spada tozza e pesante. Una arma antiquata. Una parte consistente dei fanti sardi era armata con armi di fortuna, addirittura con forconi. E cosa inquietante non avevano alcuna preparazione militare. Di certo non erano buone premesse per affrontare un nemico che seppure numericamente inferiore era nettamente superiore sotto l' aspetto della forza puramente militare.
Stemmi Aragona e Arborea |
Virga Sardesca |
LA BATTAGLIA.
Castello Sanluri |
Leonardo de Aragon |
Sulla morte di Martino il Giovane è stata montata una leggenda molto suggestiva. Martino è morto a Cagliari e ivi sepolto, come documentato. Nella cattedrale cittadina si trova il suo mausoleo fatto erigere dai viceré spagnoli. Ciò che è stata romanzata è non tanto la causa della morte che come ho già accennato fu in conseguenza della contrazione della malaria. Ma piuttosto la rapidità con cui arrivo alla morte. La leggenda narra di una giovane bella e avvenente catturata a Sanluri che consumo d' amore il giovane re di Sicilia Martino il Giovane. Si racconta che Martino molto avvezzo ai piaceri della carne indirizzo tutte le sue attenzioni e le sue voglie verso questa bella popolana la quale non era per niente invaghita del sovrano. La bella giovane di Sanluri per vendicare i soldati sardi condusse il giovane Re ad una lunghissima serie di amplessi tanto da sfinirlo e privarlo di difese nei confronti delle febbri malariche che già scuotevano il suo corpo. Non resse alle persistenti febbri e giunse rapidamente alla morte. Una leggenda niente più che una leggenda. Della giovane non se ne parla in nessun documento.
Cattedrale Cagliari: Mausoleo Martino il Giovane |