domenica 11 agosto 2013

LE CERAMICHE IN EPOCA NURAGICA


di: Angelo  Vinci



Varie tipologie di ceramica nuragica



LA CERAMICA   IN  EPOCA  NURAGICA
In tutti gli antichi popoli già dal Neolitico la ceramica  ha svolto un ruolo di primo piano nella vita quotidiana. La sua produzione ha assunto nel corso delle varie fasi evolutive delle antiche  civiltà forme tipologia e tecniche sempre più evolute. Come già era avvenuto  nelle culture prenuragiche, anche nel periodo nuragico la produzione di manufatti in ceramica continuo adeguandosi alle esigenze della vita quotidiana trovando nuove forme in risposta a ciò che la società dell'epoca richiedeva. In età nuragica l' economia aveva due perni su cui ruotava: agricoltura e allevamento. Questi due aspetti dell' economia nuragica  avevano una funzione primaria nel sistema economico: imprimevano una spinta alla produzione di manufatti in ceramica. Vi fu certamente una gran proliferazione della produzione di ceramiche,  che  migliorarono sempre più sia sotto l' aspetto decorativo che di forma, raggiungendo alla fine della Civiltà Nuragica forme e aspetti decorativi che le contraddistinsero  dalle altre ceramiche dei popoli coevi. Nel primo periodo dell' età nuragica le ceramiche non avevano forme molto elaborate,  ricalcavano in qualche modo le forme delle ceramiche delle culture prenuragiche. Le prime produzioni erano per lo più prive di decorazioni. Quando erano presenti erano decorazioni geometriche impresse o incise. La finitura era grossolana e mai liscia. Verso la fine dell' età del bronzo le ceramiche vennero migliorate nelle forme. Ne risenti anche la  finitura  che divenne più accurata nelle decorazioni. Le stesse decorazioni divennero  più varie. Ma ciò che maggiorente si evidenzia in questo periodo è la molteplicità di forme e tipologie. Si produssero: ziri, olle, vasi askoidi, lucerne, scodelle, tazze, pentole, tegami e perfino bollitori e fornelli. Una così vasta diversità di forme delle ceramiche ci aiuta a capire quali erano le esigenze di vita del popolo nuragico. Le accresciute complessità che presentava nel corso della sua evoluzione la Civiltà Nuragica spingevano quel popolo a "MODERNIZZARE" la produzione adattandola alle esigenze di vita. Se osserviamo le ceramiche per carpirne  l' aspetto tecnologico non possiamo fare a meno di notare che in funzione della fase cronologica presa in esame gli standard tecnologici sono più elevati. 


Tegame                                                   Tazza
Le ceramiche nuragiche sono uniche non si possono accostare minimamente alle ceramiche di altri popoli coevi. Le ceramiche nuragiche non lo si può negare hanno un gusto decorativo unico. Le  decorazioni  incise sono belle quanto o forse più delle ceramiche Micenee che al contrario hanno decorazioni dipinte. Sul finire dell' età del Bronzo e all' inizio dell' età del ferro le ceramiche subirono un notevole influsso innovativo per ciò che concerne  l' aspetto decorativo. Ciò è da porre in relazione con i contatti sempre più frequenti con i popoli coevi dell' area mediterranea. Le decorazioni in questo periodo sono di carattere geometrico molto ricche e raffinate, con impressione di cerchielli concentrici e linee sottili parallele.
Le tazze, i tegami, le olle, i bollitori e tutto il vasellame che attiene prevalentemente alla cottura o conservazione dei cibi,  viene interessato in modo marginale a questa nuova fase. 


Bollitori
Mentre i vasi usati per la mescita, la conservazione o il trasporto dei liquidi sono maggiorente interessati a questo nuovo aspetto decorativo. La produzione di questi vasi o brocche viene fatta con argille più "fini" meglio depurate che permettono una maggiore lucidatura della superficie del vaso, specie nella parte interna. Le bocche dette di tipo "askoide" a unica ansa sono molto raffinate nelle decorazioni. Possiamo affermare che in questo periodo la produzione di ceramica assunse grandi proporzioni. Da ritenere  probabile che vi fu esportazione di vasellame verso altre aree del Mediterraneo. Se guardiamo ai ritrovamenti  di ceramica nuragica fatti fuori dalla Sardegna non possiamo che averne una conferma. Ciò che appare chiaro è che le ceramiche nuragiche finché fu in auge la civiltà del popolo nuragico rimase ben definita nelle forme e nello stile rispetto alle  ceramiche di altre civiltà coeve. Solo verso la fine della civiltà nuragica nelle ceramiche cominciano ad apparire le prime decorazioni dipinte derivanti da influssi greci e fenici. In questo periodo specie le brocche assumono aspetti diversi e cominciano ad apparire le brocche con l' orlo lobato e la fiasca del pellegrino.

LE CERAMICHE NURAGICHE  FUORI DALLA SARDEGNA
Un po' ovunque in varie zone dell' area mediterranea si è attestata la presenza di ceramica prodotta nell' isola. Questi ritrovamenti possono condurre ad una nuova riformulazione delle ipotesi sui rapporti del popolo nuragico con gli altri popoli dell' area mediterranea e non solo. Negli ultimi anni nella penisola iberica, in prevalenza sulle coste sud che si affacciano sul Mediterraneo sono stati fatti numerosi ritrovamenti di vasi (75 è il dato che ho disponibile, ma possono a oggi essere in numero maggiore) di quasi certa produzione nuragica. Questi ritrovamenti aprono nuove prospettive sugli spostamenti dei sardi nuragici verso altri territori. Che tra le popolazioni della penisola iberica e il popolo nuragico vi fossero state frequentazioni è risaputo, ma che siano state cosi ampie da lasciare una cosi cospicua presenza di ceramica di produzione nuragica in territorio iberico non lo si ipotizzava affatto. L' origine nuragica di vasellame rinvenuto nella penisola iberica si basa essenzialmente su criteri di forma e di stile che riconducono a esempi simili rinvenuti in territorio sardo. 


Vaso Askoide
I vasi ritrovati sono quasi tutti di uso comune e di fattura grossolana, eccetto i vasi "askoidi" e le ciotole che presentano una maggior finitura. I vasi   askoidi presentano delle decorazioni fini e accurate . I vasi askoidi e le anfore si può ipotizzare che siano stati impiegati per il trasporto, la mescita o la conservazione delle derrate alimentari. I vasi o brocche askoidi sono del tutto simili a quelle ritrovate in Sardegna. Il primo ritrovamento di ceramica nuragica nella penisola iberica avvenne nel 2.000 e precisamente a Cadice. Fu rinvenuta una brocca askoide intatta e del tutto simile alle brocche rinvenute nei tanti siti nuragici del territorio sardo. Questa è la distribuzione  geografica dei ritrovamenti di ceramica nella penisola Iberica:

Bocche Askoidi:
Huelva= 17; Cadice= 1; Carambolo= 2; Malaga=1  TOTALE 21
Vasi a collo:
Huelva= 15; TOTALE 15
Ciotole:
Huelva=2; S. Bortolomè=1 TOTALE 3
Anfore S. Imberma:
Huelva=17; Las Chorroras=1; Toscanos=1 TOTALE 19
Teglie:
Huelva=7; Las Chorreras=1; Toscanos=1; Aldovesta=2 TOTALE 11
Bollitori:
Malaga=1 TOTALE 1
Doli:
Huelva=1 TOTALE 1
Altri vasi:
Huelva=3; Cadice=1 TOTALE 4

Come si può notare la maggior quantità di vasi è stata rinvenuta a Huelva. Altro aspetto è la tipologia dei vasi, in gran numero askoidi e anfore. Ciò induce ad ipotizzare che la presenza di tale tipologia di vasellame sia da attribuire ad una intensa  esportazione di   derrate alimentari dalla Sardegna alla penisola iberica. Questi scambi furono maggiormente  intensi nei primi secoli del 1° millennio a.C. I rinvenimenti di ceramica nuragica non sono limitati alla sola penisola iberica, ma interessano l' area dell' Egeo con Creta e Cipro, la Sicilia, Lipari. Un quesito è lecito porselo: furono i sardi nuragici a essere presenti in questi luoghi, o le ceramiche ritrovate fuori dall' isola furono portate dalle genti di quei luoghi al rientro dalla Sardegna ?. Ritengo che siano stati i sardi nuragici a portare le loro ceramiche fuori dall' isola. Vi sono dei fattori che possono dar forza a questa ipotesi. I nuragici erano grandi produttori di olio, vino, grano e come io credo, erano  degli abilissimi navigatori (prima dei Fenici i padroni del mare erano loro) portarono essi stessi (con i contenitori in ceramica da essi stessi prodotti) i prodotti sopra citati nei territori oggetto dei rinvenimenti.  Questa è una ipotesi assai plausibile. Sul territorio isolano sono scarsissimi i ritrovamenti di ceramiche di popoli coevi al popolo nuragico (eccetto le ceramiche Micene). Quindi se scarsi sono i ritrovamenti, scarsa era la presenza di quei popoli nell' isola. La storia della grande Civiltà Nuragica è misteriosa, affascinante. A ogni nuova scoperta entusiasma sempre più chi la studia.



      Vaso piriforme           Brocca Askoide              Vaso a bocca a orlo lobato
RITROVAMENTI DI CERAMICHE NURAGICHE IN SARDEGNA
I ritrovamenti di ceramiche sul territorio sardo sono numerosi. Non vi è sito archeologico riferibile al periodo nuragico ove non ne siano state trovate. In alcuni casi lo scavo stratigrafico ha restituito ceramiche che attraversano tutta la civiltà nuragica. Il nuraghe Antigori (nel comune di Sarroch) ne è un esempio. In questo nuraghe  fortunatamente i "tombaroli" non hanno effettuato molti scavi clandestini, conseguentemente   il materiale dei vari periodi si è conservato praticamente tutto. Rinvenimenti importanti sono stati fatti presso il nuraghe Palmavera (nel comune di Alghero), e nel villaggio annesso al nuraghe. Gli scavi hanno restituito una abbondante quantità di ceramiche. Prevalgono le ceramiche   nelle forme più consuete della produzione di vasellame nuragico: tegami; olle; scodelle: ziri: vasi askoidi; ciotole. Le ceramiche del nuraghe Palmavera, appaiono molto accurate nella forma e nelle decorazioni. Presentano un' argilla assai compatta e ben depurata e con una buona cottura. Da annotare che  alcuni vasi sono ingobbiati per renderli maggiormente impermeabili. La quantità dei vasi decorati è minima in rapporto al gran numero dei ritrovamenti. Le decorazioni non sono particolari ma ricalcano i motivi tipici della ceramica nuragica. Gli scavi hanno restituito uno strumento per la decorazione dei vasi,  che fino ad oggi è l' unico ritrovato nell' isola. Si tratta di uno stampiglio in osso per imprimere i cerchielli nei vasi. Sono stati rinvenuti scaldini costituiti da tazze carenate e alcuni fornelli in terracotta per la cottura dei cibi. Barumini è il sito archeologico che più di ogni altro attesta la grandezza della Civiltà Nuragica. Ciò è dovuto alla sua grandezza, al grande abitato annesso al nuraghe, ma  anche alla grande quantità di materiale rinvenuto nel corso degli scavi. Per ciò che attiene i materiali mi attengo esclusivamente alle ceramiche. In questo sito la quantità di ceramiche rinvenute è alta. Si va dai semplici vasi, alle olle, ai doli ai vasi askoidi a tutto il vasellame tipicamente usato in cucina. Sono state rinvenute delle pintadere (matrici per pani???). Il materiale ceramico presenta un' impasto non sempre rosso, ma in alcuni casi si ha una tendenza cromatica che va dal nocciola al rossastro,  al grigio, al nero carbone. I vasi askoidi sono decorati con anelli concentrici, linee a zig-zag, linee a spina di pesce o rombi concatenati. Sono perlopiù di buona fattura. Anche i vasi piriformi presentano una buona fattura e hanno decorazioni simili agli askoidi. E buona anche la presenza dei bollitori che talvolta sono provisti di coperchio. La produzione delle ceramiche è quasi esclusivamente locale. Altro sito di notevole importanza è il nuraghe Arubiu di Orroli. Questo nuraghe è un nuraghe di tipo complesso e si presenta in buono stato di conservazione,  anche il materiale ceramico rinvenuto è abbondante. Fino a oggi le campagne di scavo in questo nuraghe sono state 10. La gran massa di materiale ceramico rinvenuto è dovuta a ciò. La cronologia delle ceramiche va dal 1.300 a.C. all' inizio dell' età del ferro. Sono state rinvenuti olle a collo ingrossato, ciotole, fusaiole, tegami. Sono stati ritrovati frammenti di grossi doli che in buona parte erano provisti di grappe di piombo sicuramente poste per la riparazione. Sono stati rinvenuti dei tegami che parrebbero delle antipastiere, vasi a doppio collo, ciotole carenate. Tra i rinvenimenti di materiale fittile c' è da annoverare una pintadera. Non mancano i vasi detti a bollitore e le lucerne. Un vaso bi-ansato con ciotola di copertura è stato rinvenuto nel nuraghe Abucciu di Arzachena e al cui interno erano contenuti frammenti di lingotti di rame e  materiali bronzei. Nel nuraghe Genna Maria a Villanovaforru sono stati rinvenuti olle assai ben conservate,  un vaso fornello, anche esso ben  conservato e un vaso che sembrerebbe una saliera. Nel nuraghe La Prisciona di Arzachena sono stati rinvenuti delle brocche askoidi a bocca larga, che si presentano in buono stato di conservazione. Altre brocche askoidi sono state rinvenute a Sardara nel pozzo sacro di Santa Anastasia. Una di queste brocche presenta una decorazione plastica a spirale, mentre un' altra presenta decorazione a cerchielli sia nell' ansa che nel corpo brocca. Particolarmente belle sono le decorazioni presenti nei frammenti di anse di brocche askoidi, rinvenuti nel nuraghe Sant' Antine. Sono decorazioni geometriche impresse. Nel Nuraghe Sant' Antine i rinvenimenti di ceramica sono tanti come numerosi lo sono anche in altri siti di epoca nuragica. Elencarli tutti richiederebbe uno spazio enorme. Per apprezzarne la straordinaria bellezza consiglio due musei: il Museo Archeologico a Cagliari nella cittadella dei musei e il Museo Sanna di Sassari.