martedì 9 aprile 2013

I Fenici arrivano in Sardegna

di:  Angelo  Vinci                                                                                                          


Necropoli Punica di Tuvixeddu a Cagliari
Quando i Fenici arrivarono in Sardegna avevano già assunto l' identità di popolo  da quattro secoli e avevano iniziato la loro espansione nel Mediterraneo. Erano un popolo ma non vi era, ne uno stato ne  una nazione a loro attribuibile. Erano dislocati lungo tutta la fascia costiera che oggi comprendete l' attuale Libano e che veniva chiamata  Fenicia. Non esisteva uno stato, ma piuttosto tante città stato accomunate dagli stessi culti religiosi, da identici usi e costumi e dalla stessa economia: il commercio. La peculiarità di questo popolo era il saper andare per mare con grande maestria. Erano furbi, abili, intraprendenti ed abilissimi nel commercio. La leggenda storica li vuole come coloro che   inventarono la porpora e il vetro e perfino l' alfabeto. Non ci sono pervenuti  dati documentali certi  e incontrovertibili in merito. I Fenici muovendosi per mare erano soliti insediarsi inizialmente a piccoli gruppi lungo le coste dei luoghi ove approdavano. Praticavano il commercio con le popolazioni autoctone. Quando era possibile sfruttavano le risorse locali. I Fenici non erano un popolo bellicoso, prediligevano la convivenza pacifica con le popolazioni indigene. In Sardegna un po' ovunque vi sono testimonianze della presenza dei Fenici. Calaris, Sulky, Octa, Neapolis, Nora Bithia, Cormus, Tarros sono gli insediamenti più importanti. Cartagine  apri un nuovo periodo della storia del popolo Fenicio e divenne la vera padrona incontrastata del Mare Mediterraneo. Cartagine venne fondata dai fenici della città di Tiro lungo la costa tunisina. Non vennero più chiamati Fenici ma Punici. La sua potenza economico/militare crebbe assai in fretta e inizio ad occupare un po' tutte le coste del Mare Mediterraneo. Il suo dominio duro per circa 400 anni. Termino quando Roma che era in piena fase espansiva la sconfisse definitivamente  nel 238 a. C. . In Sardegna la dominazione punica duro 300 anni. La governance dell' isola in questo periodo subirà delle novità che essenzialmente riguarderanno, l' urbanistica, i riti religiosi e di sepoltura ( grande testimonianza è data dalla necropoli di Tuvixeddu a Cagliari). In quanto ad urbanistica la città di Tarros ci offre la testimonianza di un  aspetto urbanistico ordinato tipico delle città fenice.  Cartaginesi, Fenici, Punici ma erano lo stesso popolo ?. Certamente appartenevano allo stesso popolo. Andiamo per gradi. I Fenici erano un popolo di origine semitica che occuparono una striscia di terra assai arida posta tra le  montagne del libano e il Mare Mediterraneo. Questa striscia di terra  non era adatta all' agricoltura, proprio per la sua natura arida. Ma aveva  delle coste ricche di approdi naturali. Nel periodo di massimo sviluppo della civiltà nuragica, intorno al X secolo a.C., la Sardegna cominciò ad essere frequentata da altre popolazioni mediterranee che istaurarono con i sardi una serie di rapporti, inizialmente solo commerciali, poi anche politici e militari; i primi furono i Fenici.  La Fenicia era un'arida striscia di terra tra i monti del Libano e il mare, nel bacino orientale del Mediterraneo; non adatta all'agricoltura, era invece ricca di coste che facilitavano i viaggi. Fu così che i Fenici, popolazione d'origine semitica, si dedicarono alla navigazione e al commercio, arrivando a spingersi addirittura oltre lo stretto di Gibilterra. Durante i loro viaggi approdavano sui litorali stranieri, fondando numerose colonie che divennero importanti basi commerciali.
Attratti dalla fertilità del suolo e dalla ricchezza delle miniere, fra il 1000 e il 900 a.C. raggiunsero anche le coste sarde.  Nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari è conservata una colonna sepolcrale risalente al IX secolo a.C. (la stele di Nora),  in cui si ricorda l'erezione di un tempio al dio cipriota Pumay.  In questa stele compare per la prima volta il nome "Sardegna". Non  esattamente come lo conosciamo oggi ma bensì con il toponimo SHRDN,  che  come in tutte le lingue semitiche manca di vocali. Inizialmente i Fenici crearono piccoli centri che vennero utilizzati come scali marittimi. Nel giro di un secolo questi insediamenti si trasformarono in città vere e proprie. Karalis, Nora, Bithia, Tharros, Sulcis. Queste erano gli insediamenti che divennero i punti di riferimento per i traffici nel Mediterraneo quando ancora  l'impero Romano  non aveva preso il dominio di tutto il Mediterraneo. Altri centri minori   svolsero un ruolo di rilievo: è il caso di Othoca, e Cornus presso Oristano, di Neapolis nei pressi di Santa Maria di Nabui e di Monte Sirai presso Carbonia.   I rapporti tra le popolazioni nuragiche e i Fenici si ipotizza furono  pacifici anche perché i Fenici per loro indole non erano bellicosi. Depone a favore di questa tesi, la collocazione  delle città fenicie. Erano collocate quasi tutte in zone costiere,  in cui non esistevano precedenti insediamenti nuragici. Ciò fa pensare che i nuragici li lasciassero fare proprio per assenza di conflittualità  fra i due popoli. Si suppone invece che ci fosse un rapporto di collaborazione e di scambio commerciale.  I nuragici dal contatto con i Fenici ebbero dei  vantaggi, sia di carattere spirituale sia materiale. Oltre alla scrittura i Nuragici conobbero la concezione di  città, e  una  diversa forma di  organizzazione sociale della comunità, che  per loro era nuova, conobbero  anche divinità diverse rispetto a quelle che avevano adorato per secoli. Ne trassero vantaggio le  condizioni di vita dei nuragici, che impararono dal popolo Fenicio a sfruttare più a fondo le risorse naturali. I Fenici introdussero  la coltivazione della palma, dell'ulivo, le tecniche per la produzione del sale, e per la pratica della pesca. Uno dei vantaggi maggiori i Nuragici lo ebbero dall' apprendimento dello sfruttamento dei  giacimenti minerari che nell' isola erano enormi. Gli venne  fatto conoscere il ferro e l'oro. Nell' isola i Fenici fecero arrivare i  prodotti esotici: calderoni e porta torce bronzei, raffinate ceramiche e vasetti di olio profumato.



Rotte dei Fenici nel Mediterraneo

IL PERIODO PUNICO
Quando i fenici avevano raggiunto una buona intesa con il popolo nuragico, quasi a fondersi in un unico popolo (di sicuro nei centri costieri), dal mare arrivarono altre genti della stessa stirpe dei Fenici: i Cartaginesi. La  politica di espansione  nel mediterraneo di Cartagine era  senza limiti. Verso la meta del VI secolo a.C. rivolge le proprie mire espansionistiche verso la Sardegna, che riesce a conquistare nel 510 a.C. Iniziarono da subito ha stabilire nuovi insediamenti un po' ovunque nel territorio isolano. Aumentarono  ancor più lo sfruttamento del territorio e delle risorse naturali, che la Sardegna offriva. I nuovi insediamenti diventano sempre più prosperosi, una testimonianza ci viene dalle ceramiche e dalle oreficerie di impronta greca rinvenute. Nel campo religioso ugualmente si hanno influenze greche. La produzione artistica subisce un nuovo impulso con realizzazioni di oggetti legati all' ornamento personale fatti in pasta vitrea o in oro. Nonostante questi sconvolgimenti la civiltà nuragica riuscì a conservare la propria tradizione culturale per quasi tutta la dominazione punica. La conquista della Sardegna da parte dei punici che non fu ne rapida, e tanto meno facile. Le truppe del popolo nuragico con tenacia  aiutate dai fenici che da tempo risiedevano nell' isola tennero testa in più occasioni alle truppe di Cartagine. Nel 545-535 a.C. respinsero un tentativo del generale cartaginese Malco. I cartaginesi tentarono in altre occasioni la conquista della Sardegna, ma senza risultato. Solo nel 509 a.C. con le campagne militari dei generali Asdrubale e Amilcare riuscirono nell'  intento. A seguito di questo una parte dei sardi nuragici si rifugio verso le zone interne dell' isola, riuscendo a mantenere una certa indipendenza fino alla conquista da parte di Roma dell' isola avvenuta nel 216 a.C.


Rovine di Cartagine
 A Cagliari è sicuramente il sito archeologico più importante, e il più esteso. E' considerata la necropoli punica più grande del Mediterraneo.  Si estende sulla sommità dell' omonimo colle a ridosso del rione Sant' Avendrace. Nel corso dei secoli è stata metà di predazioni da parte dei tombaroli, che oltre  a depredare hanno anche arrecato danni alle strutture delle tombe. Le tombe sono del tipo "ipogeo" cioè sotto il livello del terreno. E' un' immenso patrimonio storico che però non è mai stato conservato e preservato nella giusta misura. Ha sollevato tanto clamore qualche anno addietro la vicenda dei palazzi da costruire a ridosso dell' area archeologica.  Il nome Tivixeddu si può attribuire alla definizione che in lingua sarda viene data ai fori, al vuoto o cavità: TUVU. La presenza di tante cavità dovute alla  presenza delle tombe ha dato origine al nome. 

Torre del Coltelazzo
NORA LA PRIMA CITTA' PUNICA
Probabilmente dove oggi si trovano le rovine della città di Nora doveva esserci un insediamento di popolazioni nuragiche. Questa ipotesi viene avanzata a seguito di alcuni ritrovamenti fatti. Sono stati rinvenuti frammenti di ceramiche nuragiche  ma  ciò che rafforza maggiormente l' ipotesi della presenza di popolazione nuragica, è il  rinvenimento di un pozzo nuragico accanto alle terme a mare, e la quasi sicura presenza di un nuraghe ove sorge la torre del Coltelazzo. I resti di un piccolo nuraghe si trovano a non molta distanza  dalle rovine di Nora, sul colle di Guardia Mongiasca. Lo storico greco Pausania ci da notizie che si possono ritenere più sicure. Secondo lo storico greco, un gruppo di Iberici guidati da un condottiero di nome Norax sbarcarono in Sardegna e fondarono la loro prima città: Nora appunto. Questa fonte storica può avere fondatezza dato che i fenici già controllavano i commerci della penisola iberica.  Alcune epigrafi (iscrizioni su pietra) fenicie dell’VIII secolo a. C. ritrovate a Nora indicano questa città come la prima della Sardegna. Il luogo in cui edificare la città di Nora fu scelto dai Fenici, in quanto corrispondeva alle loro esigenze. I fenici prediligevano posti ove erano possibili gli approdi in due lati opposti. La prima area urbana probabilmente era il colle del Coltelazzo che fu edificato attorno al 750 a.C. La convivenza con i nuragici fu tranquilla, e ciò permise l' ampliamento della città fino ad occupare tutta la penisola. Assai probabilmente gli abitanti nuragici del luogo formarono una unica entità urbana assieme ai fenici. I nuragici non considerarono mai i Fenici come invasori. Nora passo sotto il dominio Cartaginese nel 509 a.C. Da rilevare che a Nora i resti del periodo di dominazione cartaginese non sono molti, perché dopo la conquista romana vi fu una sovrapposizione di strutture e un riutilizzo di materiali. Nora nel periodo punico divenne una città ricca e potente a livello commerciale. La ricchezza si desume dal ricco corredo delle tombe. Quando nel 238 a.C.  Roma conquisto la Sardegna Nora divenne la città più importante della Sardegna e sede del governatorato e "caput viae" cioè luogo da dove inizia una strada. Nel VII secolo d.C. iniziarono le scorrerie dei pirati saraceni ed oramai Nora veniva considerata più un presidium (fortezza militare) che un centro urbano. Nell’VIII secolo d.C. ci sono tracce di un incendio nella zona delle terme a mare. Poi l’area fu definitivamente abbandonata.

Rovine di Nora