domenica 3 novembre 2013

Ospitone fu veramente il re dei Sardi Barbaracini ?


di: Vinci  Angelo      


Gregorio Magno e Ospitone
Ospitone come Ansicora è un' altro personaggio del passato a cui i sardi tengono molto. Ma chi era veramente ?. Di lui si hanno poche informazioni storiche, la sua figura è di difficile localizzazione geografica. Un' ipotesi è che avesse il suo luogo di residenza nella Barbagia di Ollolai. Altra ipotesi ne colloca la  residenza nella Barbagia di Seulo attestandone la  discendenza dalla  famiglia degli "Ospitalis". Ovvero da Tarcutius Hospitalis  un marinaio della flotta romana  nato a Caralis (l' attuale Cagliari), il cui congedo militare in bronzo venne ritrovato  nelle campagne di Seulo. La datazione  di tale reperto  risulterebbe antecedente  di  qualche secolo alla famosa lettera inviata da Gregorio Magno al capo dei barbaricini.  Altri ancora ritengono che risiedesse nella Barbagia di Belvì. Per cercare di capire se Ospitone sia stato o non sia stato veramente il re dei sardi che vivevano nelle montagne  che i romani chiamavano "Barbaricini" occorre  partire dall' analisi dello stato in cui versava la Sardegna sotto il piano politico-culturale e religioso nella meta del VI sec. d.C..  Nel periodo dell' occupazione romana, le popolazioni che risiedevano nelle zone interne e montuose della Sardegna venivano appellati "Iliensi". I romani  chiamarono queste genti "Barbari" e da qui ne deriva l 'appellativo di "Barbaricini". Troviamo per la prima volta il termine "Barbaricini" riferito alle popolazioni delle montagne, nel "CODEX JUSTINIANUS" (una raccolta di materiale normativo e materiale giurisprudenziale di diritto romano, voluta dall' imperatore bizantino Giustiniano (527-565) per riordinare l'ormai caotico sistema giuridico dell'impero). Fordongianus (Forum Traiani) era nel periodo romano la sede delle milizie imperiali che avevavano il compito di difendere le popolazioni della pianura dalle incursioni dei  Barbaricini. Quando avvenne la scissione dell' impero romano Fordongianus perse d' importanza e non fu più sede delle milizie imperiali. Giustiniano volle che le milizie imperiali stessero di stanza a Fordongianus per tenere a bada i barbaricini. L' imperatore Giustiniano considerava i barbaricini non civilizzati e dediti alla venerazione di idoli di pietra e legno. I sardi già da tanto tempo praticavano il politeismo. Adoravano molte divinità, ma se si può sintetizzare i più rappresentativi erano la Dea Madre e il Dio Toro. Ambedue le divinità erano rappresentate anche dai menhirs, le cosiddette “perdas fittas”,  che sono delle lunghe e grosse pietre infisse nel terreno verticalmente, che ancora troviamo sparse nel territorio isolano. 

Gregorio  Magno
I romani forse si riferivano ai menhir quando dicevano che  i barbaricini adoravano idoli di pietra. Nel resto della Sardegna la conversione al cristianesimo era iniziata  da due secoli, le pianure erano cristianizzate, ma rimaneva da convertire la zona interna delle montagne. Il tentativo più vigoroso per imporre (perché di imposizione si trattava) la religione cristiana venne attuato dall' imperatore Maurizio che ordino al "Magister Milutum" (il Capo Militare) di Fordongianus Zabarda di profondere il massimo impegno nell' opera di sottomissione dei Barbaricini. Zabarda aveva quasi sottomesso i barbaricini, ma mancava qualcuno che avesse molta autorità tra gli stessi  barbaricini. Un capo  che riuscisse a far accettare  loro la sottomissione ai bizantini . Questa era la situazione nel VI d.C. della Sardegna. In questo contesto   Ospitone  assume un ruolo di primo piano. Ma chi era Ospitone ?  No abbiamo dati certi che ne attestino la reale esistenza. L' unico riferimento della sua presenza lo ritroviamo in una lettera del il Pontefice Gregorio Magno  nella quale  si rivolge a Hospitoni duci Barbaricinorum chiedendogli in virtù della sua posizione di preminenza tra il suo popolo di adoperarsi affinché i barbaricini si convertano  al cristianesimo. Se il Pontefice si rivolge ad Ospitone riconoscendogli una posizione preminente tra i Barbaricini, lo fa perché probabilmente ha la certezza della sua posizione di capo supremo tra gli stessi Barbaricini. Se veramente il Pontefice fa questo riconoscimento, indirettamente abbiamo   indicato  quello che  era il ruolo  di Ospitone nella società barbaricina:  un Re o come cita il Pontefice un Dux. Quindi è lecito supporre che Ospitone fosse al vertice sociale, che era il capo dei  capi tra la sua gente. Ma potrebbe anche non essere  stato un re, ma piuttosto uno dei tanti capi clan o tribù. In quella parte di Sardegna dove l' influsso innovativo dell' organizzazione sociale prima  punico e romano in seguito, non aveva sortito ancora nessun effetto,  la società probabilmente era organizzata come nel periodo nuragico: in cantoni o tribù . Un dato che può far riflettere sulla reale possibilità che egli fosse il Rex Barbaricinorum, è la sua  probabile conversione al cristianesimo. Che Gregorio Magno si rivolga a Ospitone e non ad altri all' interno della società barbaricina potrebbe  derivare proprio dalla sua conversione. Gregorio Magno sapeva che come interlocutore aveva oltre che il capo dei barbaricini un cristiano con cui era più facile trovare un' intesa. Non credo che se Ospitone fosse stato un pagano   gli avrebbe fatto pervenire  la missiva. Altro interrogativo è: Ospitone era un rozzo capo-tribù,  o piuttosto un personaggio autorevole e forse non “illetterato” come lo erano i barbaricini. Ma se non era un illetterato dove e chi gli aveva fornito le nozioni per "acculturarsi"?. Chi gli aveva fatto conoscere la religione cristiana ? . Forse  furono   gli  incontri che egli aveva con le genti che già sottostavano  al dominio Bizantino  già convertite al cristianesimo, a spingerlo alla conversione. 

Territorio della Barbagia
Ma potrebbe  anche essere stato qualche ecclesiastico che risiedeva nelle  "civitas" fuori dai territori della Barbagia con cui Ospitone aveva dei contatti a convincerlo alla conversione. Si possono fare tante ipotesi. Come un popolo che rifiutava il cristianesimo, e considerava i Bizantini nemici e usurpatori del "suolo patrio",     godeva di piena autonomia politica accettare un re che si era convertito alla religione cattolica?. Credo che ciò sia inverosimile. Credo altresì che la probabile realtà sia un' altra. Partiamo dal presupposto che effettivamente Ospitone fosse il Re o Dux dei Barbaricini. Si potrebbe ipotizzare che anche per lui sia accaduto ciò che accadde ad altri capi dei "Popoli Barbari" (come i romani definivano i popoli che erano in evidente stato di arretratezza sociale e culturale) i quali   presi in ostaggio dalle truppe imperiali venivano educati ed istruiti a "al modo di Roma" e  convertiti al cristianesimo. Accadde  ciò anche a Teodorico  il re degli Ostrogotti. Si può supporre che anche Ospitone fu  fatto ostaggio e poi educato in una citta importante dell' impero che potrebbe essere stata Caralis o altra citta. dopodiché fu  posto alla guida del popolo barbaricino ormai pressoché sconfitto  per accelerarne la conversione già iniziata. Ipotesi suggestiva ma che ritengo plausibile. Al Pontefice, Ospitone doveva essere abbastanza noto, probabilmente anche attraverso i suoi legati Felice e Ciriaco. Gregorio Magno confidava  in Ospitone per la conversione al cristianesimo dei Barbaricini. Ma i sudditi di Ospitone erano tutti pagani, o qualcuno si era già convertito ?. Probabilmente la conversione era iniziata, non era possibile che il capo dei Barbaricini fosse un cristiano e non lo fosse nessuno dei sui sudditi, la norma "cuius regio eius et religio" ovvero la religione del re deve essere anche la religione dei sudditi valeva anche per essi. Le genti che vivevano nelle zone interne e montagnose della Sardegna stavano cercando strenuamente di difendere gli ultimi scampoli di autonomia. Ma se Ospitone non era un re, è  da presumere che i vari gruppi abbiano individuato in Ospitone il loro capo supremo che li doveva guidare nella lotta comune contro i Bizantini. Ospitone secondo il volere del Pontefice firmo la pace con Zabarda e ciò permise a Felice e Ciriaco di intraprendere la cristianizzazione dei "Barbaricini". L’ evangelizzazione fu portata avanti dai monaci orientali, soprattutto basiliani, giunti in Sardegna al seguito dell’esercito bizantino. E fu un’opera molto rispettosa degli usi e costumi già esistenti che non fossero in contrasto col messaggio cristiano. I missionari seguivano al riguardo una direttiva molto saggia che Papa Gregorio aveva  già impartito agli evangelizzatori dell’Inghilterra, ossia  di non distruggere gli edifici sacri pagani, ma trasformarli in luoghi di culto cristiano e conciliare le esigenze della nuova fede con le vecchie tradizioni a sfondo religioso, a cui gli indigeni erano ancora legati. Certamente l' opera degli  evangelizzatori inviati in terra sarda e specificamente nelle zone interne dove vivevano i Barbaricini, non fu semplice. Oltre alle difficolta dovute alla scarsa propensione dei nativi alla conversione, si sommavano le difficolta di accesso ai territori, dovuti alla scarsa viabilità e al carattere impervio del territorio. Ospitone è probabile che abbia agito oltre che sul fronte della persuasione della sua gente anche sulla protezione e incolumità degli evangelizzatori. Vi era anche un problema comunicativo sotto l' aspetto linguistico, perché queste genti ancora parlavano una lingua che forse era quella parlata in epoca nuragica, e occorreva introdurre la lingua latina (cosa non facile) come già avvenuto da tempo nel resto della Sardegna. La dominazione  bizantina porto il cristianesimo nelle zone costiere  dove la "romanizzazione" era già avvenuta, e nell' interno. Ancora oggi in Sardegna l' imperatore Costantino è venerato come un santo nonostante la chiesa cattolica non lo consideri tale. A Sedilo (centro abitato della Sardegna centrale) si festeggia "Santu Antine" che è l'appellativo con cui nell'isola viene chiamato Costantino. Io credo che  Ospitone fosse  veramente un re o il capo indiscusso di questi Barbaricini . Quando Ansicora affronta i Romani nel tentativo (fallito) di indipendenza, si rivolge al "Capo dei Sardi delle montagne", chiedendogli aiuto . E ciò ci indica che già da allora quelle genti avevano un capo assoluto. Ospitone era la continuazione di quella tradizione che prevedeva che il popolo sardo indomito delle montagne avesse un capo. Il Pontefice Gregorio Magno si rivolge a Ospitone con la consapevolezza di avere come interlocutore un sovrano, altrimenti non avrebbe usato l' appellativo di "DUX".

La lettera di Gregorio Magno a Ospitone re de Barbaricini.
« Gregorius Hospitoni duci Barbaricinorum.
Cum de gente vestra nemo Christianus sit, in hoc scio quia omni gente tua es melior, tu in ea Christianus inveniris. Dum enim Barbaricini omnes ut insensata animalia vivant, Deum verum nesciant, ligna autem et lapides adorent; in eo ipso quod verum colis, quantum omnes antecedas, ostendis. Sed Fidem, quam percepisti, etiam bonis actibus et verbis exequi debes, et Christo cui credis, offerre quod praevales, ut ad eum quoscumque potueris adducas, eosque baptizaris facias, et aeternam vitam deligere admoneas. Quod si fortasse ipse agere non potes, quia ad aliud occuparis, salutans peto, ut hominibus nostris quos illuc transmisimus, fratri scilicet et aepiscopo meo Felici filioque meo Ciriaco servo dei solatiari in omnibus debes, ut dum eorum labores adiuvas, devotionem tuam omnipotenti domino ostendas, et ipse tibi in bonis actibus adiutor siti cuius tu in bono opere famulis solatiaris, benedictionem vero Sancti Petri Apostoli per eos vobis trasmisimus, quam peto ut debeatis benigne suscipere. »

  « Gregorio ad Ospitone, capo dei Barbaricini.
Poiché nessuno della tua gente è Cristiano, per questo so che sei il migliore di tutto il tuo popolo: perché sei Cristiano. Mentre infatti tutti i Barbaricini vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio, adorano legni e pietre, tu, per il solo fatto che veneri il vero Dio, hai dimostrato quanto sei superiore a tutti. Ma dovrai mettere in atto la Fede che hai accolto anche con le buone opere e con le parole, e al servizio di Cristo, in cui tu credi; dovrai impegnare la tua posizione di preminenza, conducendo a Lui quanti potrai, facendoli battezzare e ammonendoli a prediligere la vita eterna. Se per caso tu stesso non potrai fare ciò perché sei occupato in altro, ti chiedo, salutandoti, di aiutare in tutti i modi gli uomini che abbiamo inviato lì, cioè il mio "fratello" e coepiscopo Felice e il mio "figlio" Ciriaco, servo di Dio consolatore, e di aiutarli nelle loro mansioni, di mostrare la tua devozione nel Signore onnipotente, e Lui stesso sia per te un aiuto nelle buone azioni come tu lo sarai per i servi consolatori in questa buona opera, e tramite loro ti mandiamo veramente la benedizione di San Pietro Apostolo, che ti chiedo di ricevere con buona disposizione d'animo »    
Comunque siano andate veramente le cose, una certezza va incamerata: la Sardegna fu evangelizzata anche nei territori montani e oggi è una terra dove la cristianità è forte e molto radicata nel territorio.
 
Rovine delle Terme di Forum Traiani