domenica 1 giugno 2014

Le Tombe dei Giganti le antiche sepolture dell' età nuragica.

di Vinci Angelo




Tomba  di tipo dolmenico S' Ena e Thomes
 Nella preistoria le popolazioni che vivevano in Sardegna, come tutte le  popolazioni coeve usavano seppellire i propri morti dapprima nella nuda terra e successivamente in strutture sepolcrali  costruite ad hoc. Quando si abbandonò la sepoltura nella nuda terra si  inizio a erigere  strutture funerarie come le Domus de Janas, i Dolmen  e le Tombe dei Giganti a partire dall'  epoca nuragica.  A chi non  conosce la protostoria della Sardegna viene  istintivo pensare che le Tombe dei Giganti siano   luoghi di sepoltura di uomini giganti. Non è cosi. Sono unicamente delle tombe di uomini "NORMALI". Le Tombe dei Giganti oltre che essere tombe per uomini "normali" sono anche  luoghi di sepoltura collettivi in cui venivano sepolti più defunti. Sono stati rinvenuti nella stessa tomba fino a 200 defunti. Un aspetto che ancora non è chiaro  fa discutere gli studiosi:  in quale  stato  il corpo del defunto veniva deposto all' interno della tomba. Una  tesi  depone per la preventiva scarnificazione del corpo. Questa pratica comportava il distacco della carne dalle ossa e la deposizione nella tomba delle sole ossa scomposte. La scarnificazione era una   pratica  già nota alle popolazioni preistoriche. Un' altra tesi ipotizza  che il corpo del defunto venisse deposto integro nella tomba. Dai rinvenimenti fatti in alcune  tombe la seconda tesi prende maggior forza.   La deposizione dei corpi dei defunti senza  scarnificazione può venire avvalorata  dal ritrovamento di scheletri con le ossa in perfetta connessione anatomica. Se osserviamo la piccola apertura posta alla base della stele centinata  viene intuitivo scartare la possibilità che il corpo potesse passare integro in un varco di cosi ridotte dimensioni. Quindi se il corpo del defunto non poteva passare dal portello posto alla base della stele, come si deponeva il defunto all' interno della tomba ?. Poteva avvenire o rimuovendo la  stele centinata con una parte dell' esedra,  oppure una parte della copertura. Scarterei la prima ipotesi in quanto la rimozione dell' esedra comportava una disgregazione strutturale della parte frontale difficilmente ricomponibile. La rimozione di parte della copertura invece risultava relativamente   più fattibile.  Questa soluzione è si fattibile ma certamente non doveva essere per niente  facile. La tomba dopo la costruzione veniva coperta con uno strato di terra  lasciando a vista e fruibile solo la parte anteriore. Quando  si doveva deporre  il defunto all' interno della tomba si doveva  rimuovere la terra e  una o più lastre litiche della copertura per poter poi accedere all' interno  e deporvi il corpo. Un lavoro sicuramente dispendioso. Le Tombe dei Giganti le troviamo in tutto il territorio sardo.  Le tombe censite a oggi sono circa 300. Probabile che siano in numero maggiore. In buona parte non si presentano  in buono stato di conservazione. Il residuato strutturale  è assai spesso scarso e  talvolta solo qualche masso nella posizione di origine  ne fa intuire la presenza. Come è avvenuto per i nuraghi anche le Tombe dei Giganti hanno subito l' opera di  demolizione  che si è perpetrata  nei secoli. Come per i nuraghi  l' unico scopo della demolizione era   ricavarne materiale da costruzione. I tombaroli hanno razziato buona parte delle tombe trafugando reperti importanti e causando danni alla stratigrafia.  Di norma sono ubicate nelle immediate vicinanze dei nuraghi. Si riscontrano anche casi in cui le tombe nelle vicinanze del nuraghe sono due o più. Vi sono casi in cui è presente una sola tomba dei giganti in  concomitanza di una alta concentrazione di nuraghi. Ciò porterebbe a presupporre che la tomba fosse utilizzata dagli abitanti di tutti i nuraghi dell' area circostante la tomba. Dall' inizio dell' Età del Ferro  (IX sec. a.C.)  l' utilizzo di queste sepolture andò lentamente scemando. Da tale periodo si comincio a seppellire i defunti in tombe singole. A differenza dei nuraghi dove l' aspetto architettonico  esterno segue una linea di tendenza pressoché uguale (pianta circolare, forma troncoconica, paramenti murari esterni fatti con filari di pietre sovrapposti) nelle tombe dei giganti l' aspetto architettonico non segue una sola linea di tendenza. La parte strutturale  presente pressoché uguale in tutte le tombe è il corridoio interno adibito a camera funeraria. Nella parte esterna in linea di massima gli antichi costruttori hanno cercato di seguire in prevalenza due aspetti  architettonici. Il primo presenta una lastra litica centrale a mo' di stele con due serie di altrettanti lastroni laterali di minore grandezza.  Il secondo  presenta una struttura muraria con al centro una piccola apertura . Non si può fare a meno di notare in ogni tomba tutta una serie di variabili architettoniche frutto dell' inventiva e dell' estro delle maestranze dell' epoca. Probabilmente man mano che si costruivano nuove tombe venivano effettuate modifiche architettoniche seppur lievi che rendevano l' aspetto architettonico diverso da altre tombe costruite in precedenza. Le tipologie delle Tombe dei Giganti sono essenzialmente due:
  • Tombe Dolmeniche
  • Tombe a Filari
Le Tombe Dolmeniche  derivate dai Dolmen (tombe megalitiche prenuragiche) talvolta sono  ricavate ampliando e modificando direttamente un preesistente Dolmen. Un esempio lo si riscontra nella Tomba dei Giganti S' Ena e Thomes nel territorio di Dorgali (NU). 
Corridoio tomba S' Ena e Thomes
La struttura di questa tipologia di tombe generalmente ha un aspetto monumentale. La struttura è composta da un corridoio delimitato da lastre litiche infisse verticalmente nel terreno, che costituisce la camera sepolcrale. La copertura del corridoio e fatta con altre laste litiche. Completano la struttura un' esedra a forma di mezza luna costituita da lastroni di pietra infissi nel terreno. Questo aspetto architettonico  forse è un richiamo al culto del Dio Toro.   Al centro dell' esedra  vi è una  stele centinata alla cui base è presente un piccolo portello. Qualcuno ipotizza che il portello  fosse il punto da cui si introducevano previa scarnificazione  i corpi dei defunti. Operazione  che ritengo poco o per nulla praticabile. Dal risultato di studi recenti fatti su alcune tombe viene  più verosimile pensare che i corpi dei defunti venissero inumati integri. Forse come accennato precedentemente  previo sollevamento di una o più lastre della copertura della camera sepolcrale.  Una delle Tombe dei Giganti più belle è la tomba di  Is Concias a Quartucciu. La tesi secondo cui i corpi venivano deposti integri senza scarnificazione viene  rafforzata dai tanti rinvenimenti fatti all' interno delle tombe di scheletri in perfetta connessione anatomica.  Ciò dimostrerebbe che i corpi furono deposti integri e che il degrado della parte tessutale del corpo abbia conservato la parte scheletrica integra e nella stessa posizione in cui il corpo fu deposto. Se accettiamo questa modalità di deposizione dei corpi dobbiamo parimenti rivedere la funzione del portello alla base della stele centinata. Nelle popolazioni preistoriche vi era una aspetto  culturale assai diffuso secondo cui nel momento del trapasso   il defunto oltrepassava una porta che lo introduceva nel regno dei morti. La porta separava il mondo dei vivi dal mondo dei morti. Questo passaggio veniva rappresentato nei monumenti sepolcrali con una "falsa porta degli inferi". Assai spesso era solo una rappresentazione simbolica in quanto non vi era una vera apertura contrariamente a quanto si riscontra nelle tombe dei giganti dove la "porta" c' è.  Se i corpi venivamo introdotti nella camera sepolcrale dall' alto, c' è da chiedersi: quale poteva essere la funzione del portello?. Di certo una qualche funzione doveva averla. Una funzione potrebbe essere quella  di permettere ai parenti dei defunti di "comunicare" con essi durante l' incubazione. Cosa era l' incubazione ? Era un rito praticato dalle genti nuragiche che si espletava dormendo per alcuni giorni accanto alla tomba.  Quinto Settimio Fiorente Tertulliano scrittore dell' antica Roma di origine cartaginese scriveva:"Aristotele scrive che un certo eroe della Sardegna liberava dalle visioni coloro che andavano a dormire nel suo tempio". 
Stele con portello
Ovviamente il tempio di tale eroe non era altro che la sua tomba.   Questo è un passo di quanto scriveva nel VI d.C. il filosofo Filipono  "Alcuni scrittori hanno tramandato che certe persone afflitte da infermità se ne andavano lontano, presso (le tombe) degli eroi in Sardegna e si curavano; costoro quindi giacevano così per dormire per una durata di cinque giorni, dopodiché svegliandosi ritenevano che il momento  fosse lo stesso in cui si erano adagiati accanto agli eroi". Da presupporre quindi che la  funzione del portello nelle intenzioni dei costruttori doveva essere quella di permettere a chi praticava l' incubazione di "sentire spiritualmente" i defunti.  La possibilità che fosse utilizzato per deporre il corpo preventivamente scarnificato mi sento di escluderla, in funzione di un ragionamento del tutto pratico.  Se si fossero introdotti  all' interno delle tomba i corpi dei defunti dal portello posto alla base della stele, oggi si ritroverebbero degli ammassi di parti scheletriche disposte in modo disordinato. Cosa che non avviene.
Altra tipologia di tomba dei giganti è la tomba cosiddetta a filari. Alcuni  considerano questa tipologia di tomba "più giovane" rispetto alla dolmenica. Il dibattito in merito al periodo in cui si inizio a edificare per prima una o l' altra tipologia di tomba  è ancora aperto. Per individuare la corretta arcaicità di queste tombe  occorre considerare più aspetti. La sola tecnica costruttiva non basta. Nell'  osservazione della  tecnica costruttiva delle tombe "a filari" si nota  che gli antichi costruttori hanno adottato  una tecnica di costruzione che ha molte similitudini con quella dei nuraghi. Il corridoio della camera sepolcrale è realizzato sovrapponendo filari di grossi blocchi di pietra isodomi (è una tecnica costruttiva caratterizzata da file  di grandi blocchi di pietra sovrapposti). Le pareti del corridoio sono aggettanti (come nei nuraghi).
Camera Tomba a Filari
La parte alta si completata  con lastre litiche poste in orizzontale oppure  talvolta dall' incontro delle pareti aggettanti  (tholos nuraghe). Ambedue le modalità  vanno a  formare la chiusura del tetto come nella foto di lato e nella foto in basso. Esempi di tomba a filari li troviamo nella tomba Sa Perda de Accuzzai (con tetto formato dal congiungimento delle pareti) sita nel comune di  Sarroch,  e Sa Domu de S' Orcu (con il tetto formato da lastre litiche) situata  nel comune di Siddi. Quest' ultima è la meglio conservata tra le tombe a filari. In questa tipologia di tomba non è presente la stele centinata. Come  già detto la tomba dei giganti dolmenica dovrebbe essere la più arcaica.  Non tutti concordano sulla presunta maggiore arcaicità  delle tombe dolmeniche rispetto alle tombe a filari. Qualche ripensamento comincia a emerge. Viene avanzata l' ipotesi che le due tipologie di tombe  si siano  iniziate a edificare contemporaneamente. La scelta  di una o l' altra tipologia può essere stata fatta  di volta in volta in funzione di un ragionamento  puramente di  carattere stilistico.  Le due  tipologie quindi potrebbero essere "coetanee" cioè essere state adottate  a partire dallo stesso periodo storico. Sulle tombe dei giganti di spropositi se ne son detti e se continuano a dire tanti. La definizione data a questi edifici sepolcrali "TOMBE DEI GIGANTI " fa credere a taluni dotati di fervida fantasia che si debba applicare l' equazione struttura sepolcrale enorme=defunti altrettanto enormi.  Equazione priva di credibilità. Nessun scheletro gigante è stato rinvenuto all' interno delle tombe. Erano tombe collettive utilizzate dalla comunità che risiedeva nelle vicinanze della tomba. Le tombe dei giganti è indubbio che  assieme ai nuraghi siano il simbolo più emblematico e rappresentativo della civiltà nuragica.
 
Camera sepolcrale tomba dolmenica.