domenica 27 aprile 2014

I primi contatti tra Fenici e Nuragici avvennero fuori dalla Sardegna ?

di Angelo  Vinci



Territori della Fenicia

I Fenici erano un popolo (forse) di navigatori e abili commercianti, che nel IX a. C. stando all' ufficialità, avrebbero  "messo piede"  per la prima volta in Sardegna venendo a   contato con le genti della Civiltà  Nuragica. Il condizionale è d' obbligo perché le cose potrebbero essere  andate diversamente. Non tanto per ciò che attiene al loro arrivo nell’ isola (i riscontri archeologici ci permettono di collocare la loro presenza in Sardegna attorno al 800-750 a. C.)  ma piuttosto su ciò che attiene al presunto primo contatto con i Sardi Nuragici. Attualmente non vi è alcun dato archeologico che  possa spostare a ritroso e in modo significativo la datazione del loro arrivo in terra sarda. La datazione del loro arrivo  è quasi unanimemente riconosciuta. Quest’ aspetto  finché  non arriveranno altri riscontri in campo archeologico  che vadano a modificare  i dati attualmente disponibili, lo possiamo accettare come base di partenza per ulteriori discussioni in merito alla presenza dei Fenici in Sardegna. Siamo certi che tra Sardi Nuragici e Fenici non vi siano stati  precedenti contatti?  No assolutamente no, non abbiamo la certezza che i Fenici non avessero già incontrato i Sardi Nuragici. Quasi sicuramente i Sardi Nuragici,  solcarono il Mare Mediterraneo molto prima dei Fenici. Può essere che abbiano toccato le coste della Fenicia  quando facevano parte della coalizione eterogenea di popoli che gli Egizi chiamavano  «Popoli del Mare». Questa coalizione si rese protagonista  d’incursioni devastanti sia in Fenicia, che in altri territori dell' Oriente.  Ritengo lecito presupporre che i primi contatti tra Sardi Nuragici e Fenici abbiano avuto luogo  in Oriente in casa dei Fenici proprio in occasione di tali incursioni. Vi sono alcuni aspetti in merito  all’ insediamento dei primi gruppi di Fenici in Sardegna che,  se sottoposti a un’analisi logica mostrano delle incongruenze. Incongruenze  che depongono a favore dei primi contatti tra i due popoli avvenuti fuori dall' isola.  Quando i Fenici decisero di stabilirsi in Sardegna non incontrarono ostilità alcuna da parte dei natii, anzi è probabile che vi fu un'   integrazione, quasi una collaborazione tra le due etnie, come se non si sentissero reciprocamente nemici, ma piuttosto "conoscenti di lunga data". Questo aspetto è molto importante perché  ci permette di fare  delle  logiche considerazioni. In funzione di cosa si può ipotizzare  che Sardi Nuragici e Fenici abbiano avuto i "primi approcci" lontano dall' isola ?

I Sardi Nuragici erano al culmine evolutivo della loro civiltà, avevano affinato tecniche difensive già collaudate da secoli e secoli. Tecniche che avevano permesso al popolo nuragico di non subire invasioni da parte di nessun popolo coevo. Vi è poi l’ aspetto militare da considerare. I nuragici erano guerrieri abilissimi e temuti, dai popoli coevi. Erano di casa nell'  Oriente in quanto con la loro flotta intrattenevano rapporti commerciali con molti popoli dell' area. Erano apprezzatissimi per il loro eccellere nell'arte della guerra. Fecero parte della guardia personale di Ramesse II° come gli stessi Egizi ci hanno tramandato. Erano temuti da tutti. Tanto  temuti che gli egizi in più occasioni ne esaltarono le virtù militaresche. Stando a quanto ci viene tramandato gruppi di  guerrieri nuragici (Shardana come vengono  menzionati dagli egizi)  dovrebbero essere  stati guardie personali del Faraone e abbiano combattuto come mercenari nell' esercito egizio. Se diamo per certo che  i Fenici arrivarono per la prima volta  sulle coste sarde fondando degli stanziamenti stabili, che in seguito avrebbero ampliato tanto da farli diventare delle città e in seguito si sarebbero  spinti  con nuovi insediamenti fino alle zone interne dell’ isola, dobbiamo anche accettare che ciò   sia potuto avvenire solo con un supporto militare efficiente. E qui troviamo la prima incongruità. Vi pare che i Sardi Nuragici militarmente assai superiori ai Fenici (di cui nessuna fonte antica riporta  alcunché sulla  forza militare) si siano fatti sopraffare in terra propria.  I Sardi  Nuragici avevano delle capacita militari troppo superiori, ben collaudate rispetto al "pacifico" popolo dei Fenici. Anche la dislocazione logistica dei sistemi difensivi depone a favore della enorme difficoltà per  chiunque avesse tentato  di approdare indisturbato sulla costa sarda. I Sardi Nuragici  avevano  raggiunto  capacita e tecniche  tali nella costruzione dei nuraghi, che erano in grado di erigerli nei punti più impervi, anche in prossimità  della costa, e quindi in grado di allertarsi in tempo congruo per preparare la difesa.  Con queste prerogative è evidente che   sarebbe stato del tutto facile per i Sardi Nuragici respingere i Fenici qualora avessero tentato di effettuare sbarchi nelle  coste dell’Isola. Se i Fenici non sbarcarono con facilita, come fecero a fondare le città a loro ascritte ?  Una ipotesi potrebbe essere che i Fenici siano stati "invitati" dai Sardi Nuragici a venire in casa loro. Tale invito può esser derivato da  una frequentazione della Fenicia da parte dei Sardi Nuragici  già in essere  da qualche tempo. I Fenici potrebbero aver costituito degli insediamenti stabili nelle zone in cui risiedevano i Sardi Nuragici, con il beneplacito degli stessi Nuragici che li invitarono a "casa loro". Altrimenti come si può spiegare che nelle immediate vicinanze, se non addirittura nel luogo stesso ove sono sorti gli insediamenti fenici,  siano presenti dei nuraghi o strutture nuragiche (pozzi, resti di paramenti murari). Le due etnie nel tempo possono aver raggiunto un tale livello di integrazione reciproca, che  convinse i Nuragici ad abbandonare i nuraghi e vivere negli abitati fenici. A supporto di questa tesi, vi sono il pozzo nuragico,  uno stiletto, una navicella nuragica e  un elemento costruttivo di nuraghe trovato inserito nel muro del tempio cartaginese di Tanit a Nora, la struttura muraria nuragica megalitica di Tharros e i referti di sicura fattura nuragica trovati in alcune tombe fenice  a Bithia. Nelle città sorte ad opera dei Fenici (?) (Bithia, Nora, Sulky, Tharros, Cormus, Caralis) la presenza dei nuraghi è attestata con residuati più o meno consistenti. A Sant' Antioco (l'  antica Sulky fondata dai Fenici) i nuraghi di cui è accertata la presenza  sono oltre venti.


Con una presenza cosi cospicua in un territorio relativamente poco esteso come l' isola di Sant' Antioco, mi pare abbastanza evidente che lo stanziamento stabile dei Fenici può aver avuto luogo solo perché i Sardi lo permisero.  Orbene è appurato che la costruzione dei nuraghi era di pertinenza dei Sardi Nuragici e non dei Fenici.  Se facciamo un ragionamento logico, non possiamo fare a meno di  concludere che nelle città "fondate" dai Fenici dove gli insediamenti nuragici erano già presenti, i Fenici non possono aver "sfrattato" i Nuragici per erigere le loro città. 

Tanto meno non si può pensare che abbiano  potuto edificare le loro città con la costante presenza dei Nuragici nelle immediate vicinanze, se non avessero avuto   il benestare  degli stessi Sardi Nuragici.  Una  spinta verso la  "migrazione" in terra sarda i Fenici potrebbero averla ricevuta  anche dai contatti commerciali  che   sostenevano da tempo  con i Sardi Nuragici,  non solo nella Fenicia ma anche  in altre aree dell'  Oriente. Si può anche  ipotizzare che gruppi di essi abbiano seguito volontariamente i Sardi Nuragici  al loro  rientro sull' isola. Giunti nell' isola  crearono degli avamposti a puro scopo  commerciale. Tali insediamenti in seguito al rafforzarsi della  pacifica convivenza con i sardi,  sarebbero stati  ampliati inglobando  buona parte dei Sardi Nuragici che vivevano nelle vicinanze.  I Fenici non avrebbero quindi imposto la loro presenza con la forza come è solito fare ai   conquistatori. La presenza fenicia fu  concordata con rispetto reciproco tra i due popoli. Non può esserci stata un’egemonia   assoluta e totale dei Fenici rispetto ai Sardi Nuragici. I Fenici sicuramente erano avanti tecnologicamente rispetto ai sardi nuragici, ma nel raffronto puramente militare ne uscivano ampiamente perdenti. Non erano guerrieri nel senso stretto del termine e erano poco avvezzi all'arte della guerra. Nessuna fonte storica riporta notizie di guerre tra Fenici e altre  popolazioni coeve. Questo aspetto può essere stato determinato dal fatto che erano un popolo,   che praticava la stessa  religione, aveva la stessa   economia  basata sul commercio,  ma che non  aveva   uno stato unico inteso come entità politica, ma piuttosto ogni città era uno stato a se stante.  Sicuramente ogni città/stato in virtù della grande esperienza acquisita nel solcare i mari per commerciare i propri prodotti, decise di intraprendere  la navigazione a più ampio raggio nel Mediterraneo. Nei loro spostamenti è improbabile che fossero accompagnati da una compagine   militare, poiché è più verosimile che il loro piccolo esercito   fosse impiegato per la difesa   della città piuttosto che per  spedizioni militari a scopo  espansionistico. Ogni città/stato si muoveva autonomamente nel Mediterraneo.  Alla luce di tutto ciò è impensabile che abbiano potuto arrivare in Sardegna e fondare delle città senza che vi fosse nessuna reazione  da parte dei  Sardi Nuragici. In Sardegna   sono sicuramente arrivati, ma come detto in precedenza con il beneplacito dei sardi nuragici, verosimilmente per creare piccoli "scali commerciali".  Dato certo e indubitabile è che in Sardegna c’è stata una presenza  dei Fenici a partire dalla meta del 750 a.C.  ma tale presenza  vi fu non contro la volontà dei Sardi Nuragici, bensì  da questi  fu sicuramente consentita e verosimilmente i sardi nuragici stessi  si integrarono e  "fusero" autonomamente con i fenici andando a vivere nelle città da essi create. Vi è una tendenza assai diffusa tra alcuni  storici che legge  la storia del Popolo Nuragico in modo riduttivo. Essi pensano che i Nuragici abbiano sviluppato la loro civiltà in ambito isolano, e non siano stati protagonisti  fuori dall' isola. Pensano  che tutti  i manufatti ascrivibili ad altri popoli coevi siano  arrivati in Sardegna portati da uomini appartenenti a tali popoli. Ciò vale per  Micene, Creta,  Civiltà Minoica e naturalmente i Fenici. Il fatto che in alcuni Nuraghi o siti nuragici siano stati rinvenuti reperti di fattura fenicio/punica non significa affatto che siano stati portati sul posto dai Fenici. Chi o cosa  ci vieta di ipotizzare che siano il frutto di scambi commerciali tra i Sardi Nuragici e i Fenicio/Punici. I Sardi Nuragici che sicuramente avevano  già avuto contatti con i fenici in casa loro possono avere ricevuto tali oggetti come merce di  scambio per i loro prodotti esportati in Fenicia. Vi è un altro aspetto da non sottovalutare,  che non viene preso nella giusta considerazione: I POPOLI DEL MARE. Tali reperti possono essere il bottino delle razzie dei sardi nuragici, che erano parte integrante dei popoli del mare, se non addirittura capi indiscussi della coalizione. 

Tra il 1.200 e il 1.300 a.C. una coalizione di genti di varie etnie scorrazzava  in lungo e in largo nel basso Mediterraneo  e nell' Egeo. Gettarono lo scompiglio tra i popoli  coevi. Dove mettevano piede portavano distruzione e terrore. Molte città vennero rase al suolo. Tra i popoli della colazione vi erano anche i Sardi Nuragici, che con molta probabilità erano alla guida della coalizione. La logica ci impone di credere che al termine delle razzie effettuate a danno delle popolazioni di quei luoghi, abbiano portato al rientro nelle loro patrie di origine (la Sardegna per gli Shardana)  manufatti locali di qualsiasi genere razziati durante le scorrerie. Un altro aspetto che va rivisto è l' arrivo dei  Cartaginesi nell' isola. Se si da per scontato ché i Fenici siano  arrivati in Sardegna da  conquistatori e  dominatori,  dobbiamo altresì supporre che  i loro cugini Cartaginesi  al loro arrivo in Sardegna non abbiano trovato alcuna  difficoltà nel prendere possesso dell' isola, poiché i Sardi Nuragici erano stati già sottomessi.  I riscontri storici ci dicono che  i punici dovettero imporsi con la forza.  I Cartaginesi effettuarono una spedizione militare in Sardegna guidata da Amilcare e Asdrubale entrambi figli di Magone. Questa spedizione segui un' altra spedizione guidata da Malco nella quale vennero sconfitti dai sardi nuragici. La spedizione dei figli Magone  porto alla vittoria i cartaginesi che diedero inizio alla dominazione della Sardegna. Se non riuscirono a conquistare la Sardegna con facilita, deriva dal fatto che in Sardegna l’apporto antropico dei Fenici era scarso, ancora predominavano i sardi nuragici, i quali inseriti pienamente nel contesto delle città fondate dai Fenici, con il loro apporto militare riuscirono a contrastare il tentativo di sbarco dei Cartaginesi. I Punici solo  con un corpo di spedizione assai  corposo riuscirono  a sbarcare nell' isola. Come gli  storici ci raccontano  iniziarono la colonizzazione della Sardegna, ma senza mai riuscire ad averne il controllo completo di tutti i territori. La zona interna e montana   rimase sotto il controllo dei sardi nuragici che continuarono a vivere mantenendo sempre una effettiva indipendenza e autonomia. I Cartaginesi mantennero il controllo solo delle zone costiere e dell' immediato entroterra. In queste zone si formarono aggregazioni di popolazioni  miste, sardo-puniche. Tra Cartaginesi e sardi punici con il tempo i rapporti divennero stretti e vi fu  intesa e  collaborazione, tante che agirono congiuntamente per tentare di scacciare i Romani. Nelle città i due nuclei etnici si mescolavano o almeno convivevano pacificamente.  Nel periodo della coabitazione tra punici e sardi nuragici un fatto abbastanza significativo può rafforzare la mia tesi secondo cui esisteva un' entità politica, giuridica, militare ed economica autonoma rispetto a Cartagine. Tale entità era   formata da  Sardi Nuragici e Punici/Sardi. Mi riferisco alla  coniazione di monete  aventi la testa della Dea punica Tanit   nel diritto, e il nuragico Dio  toro col simbolo solare nel verso.
Moneta punica coniata in Sardegna
Una simile moneta è da considerarsi sardo-punica e espressione di entità politica autonoma rispetto a Cartagine. La coniazione delle monete era tipica di  qualsiasi entità politica autonoma e indipendente che decideva in proprio l' effige da rappresentare nei dorsi della moneta. Se le città sardo-puniche non fossero state autonome e indipendenti la moneta corrente sarebbe stata quella coniata a Cartagine. La tesi della entità politica autonoma Sardo-Punica viene rafforzata da quanto gli storici romani ci hanno tramandato in merito alla vittoria di Roma su Cartagine. Nell' antica Roma era consuetudine celebrare i Fasti Trionfali Capitolini, in onore dei vincitori di importanti battaglie. Ebbene in occasione dei Fasti Trionfali in onore di L. Cornelio Scipione il 6 di ottobre del 258 a.C. i romani lo festeggiano perché vincitore "Sui Sardi e Cartaginesi". Ciò fa supporre che Roma considerava la Sardegna  come un’entità etnica e politica ben distinta da Cartagine, e anche  che i sardi  combatterono al fianco dei Cartaginesi non come subordinati ma come alleati.