giovedì 6 marzo 2014

Il popolo nuragico e il mare.


di Angelo  Vinci



Nave con protome animale
Ancora oggi in molti continuano a chiedersi se gli abitanti della Sardegna in epoca nuragica sapessero navigare. La mia personale convinzione è che non solo sapessero navigare, ma che  fossero anche i padroni del Mare Mediterraneo. Si i Nuragici navigavano. Non disponiamo di nessuna documentazione coeva, di  nessuna rappresentazione grafica come incisioni o bassorilievi (come quelle lasciateci dagli egizi) e tantomeno nessun relitto di nave.  Un valido aiuto alla comprensione del rapporto dei sardi nuragici con il mare ci viene dato dai bronzetti nuragici in cui vengono rappresentate le navi. Osservando attentamente questi bronzetti si può ipotizzare quale fosse la loro reale struttura, presumerne l' impiego. Si può altresì cercare di ipotizzare la tecnica con cui queste navi  vennero costruite. La cosa non è del tutto facile perché le navi rappresentate nei bronzetti sono una stilizzazione delle navi reali e non abbondano di particolari. In tutta l' isola sono sati rinvenuti 150 bronzetti raffiguranti imbarcazioni nuragiche. E' stato effettuato qualche rinvenimento anche fuori dall' isola: Etruria e Lazio. La grande Civiltà Nuragica fu protagonista non solo sul suolo sardo, ma anche con la sua flotta nei mari che circondavano l' isola e in tutto il Mare Nostrum (Mediterraneo). Non credo che ciò si possa mettere in dubbio. Piuttosto occorre capire meglio per quanto tempo rimasero tra i protagonisti della marineria antica. Molti studi sono orientati alla comprensione del ruolo avuto dalla  marineria nuragica in ambiti territoriali assai lontani dall' isola. Penisola Iberica, penisola Ellenica, territori del Medio Oriente, giusto per fare qualche esempio sono luoghi ove i nuragici possono aver messo piede. Chi continua ad asserire che l' antico Popolo Nuragico fosse poco avvezzo alla navigazione sbaglia. E' del tutto impensabile che un popolo che abita una terra che è di fatto  un' isola, non abbia un rapporto molto stretto con il mare. Rapporto che ha portato le genti della Sardegna   a solcare le acque del mare che circonda la stessa isola fin dall' antichità.  I sardi nuragici avevano piena consapevolezza del ruolo che doveva avere il mare e la navigazione. Quando si parla della storia della Sardegna antica (protostorica) si ha la tendenza a farlo in modo riduttivo sminuendo quello che fu il ruolo dell' antico  popolo sardo nel contesto delle popolazioni coeve dell' area Mediterranea ed Egea. Si pensa che siano stati semplicemente dei pastori ignoranti,  gretti e incapaci di grandi imprese, incapaci di affrontare il mare e spingersi verso terre remote. Come si può pensare tutto ciò di un popolo che fu in grado di erigere costruzioni maestose come i nuraghi, con una maestria tale che ancora oggi dopo oltre 3.500 anni sono ancora li a testimoniare tutta la grandezza del popolo che li edifico. I bronzetti nuragici hanno dato un contributo notevole per la comprensione della Civiltà Nuragica sotto ogni aspetto. Purtroppo non essendoci pervenuta nessuna testimonianza scritta (i nuragici non conoscevano alcuna forma di scrittura) fatichiamo a conoscere l' organizzazione sociale, il sistema militare, e altri aspetti riconducibili a questa grande Civiltà. In soccorso ci vengono i reperti archeologici di vario genere che ci permettono di "Leggere" la Civiltà Nuragica. Le navi "stilizzate" nei bronzetti se sottoposte ad un attento esame ci permettono di  formulare qualche  ipotesi sulla "Marineria Nuragica". Ipotesi che interessano la  tipologia, la tecnica costruttiva, e anche l' impiego. Parlare della navigazione e della marineria nuragica affascina. Ma non è cosa facile. Non è facile perché non abbiamo a disposizione ne relitti di natanti  e tantomeno reperti archeologici di strumenti tipici ad uso della marineria come possono le ancore o altro. Si può fare un lavoro di deduzione  osservando attentamente  i bronzetti. Lavoro  che ci  permettere  di rendere  più   attendibili le nostre ipotesi. I bronzetti sono una testimonianza unica dell' arte figurativa protostorica. Nessun altro popolo coevo al popolo nuragico ci ha fatto pervenire una cosi abbondante quantità di bronzi. I Nuragici realizzarono questi bronzetti per utilizzarli come ex voto, su questo tutti concordano. Ma è altrettanto vero che hanno voluto riprodurre seppur con una stilizzazione approssimata tutto ciò che era presente nel loro mondo: figure umane, animali, oggetti di uso comune. Tra le rappresentazioni dei bronzetti vi sono le navi che però hanno un fascino e una attrattiva particolare. Navi che certamente erano parte integrante e importante del "Patrimonio" del popolo nuragico. Le navicelle rappresentate nei bronzetti hanno un pregio estetico eccezionale. Seppur le navi siano   stilizzate  ci permettono di immaginarne la loro reale forma. Quasi tutte hanno il protome animale a prua come d' altronde era in uso nelle navi nell' antichità. Se si osservano alcuni particolari e l' insieme della forma dei bronzetti/navicella si può formulare qualche ipotesi in merito all' impiego tipico,  alla modalità con cui venivano costruite. Che i sardi nuragici navigassero credo non ci debbano essere dubbi. La Sardegna è un' isola e la sua insularità ha "obbligato" da sempre le popolazioni che vi hanno abitato ad avere un rapporto stretto con il mare. Rapporto che contemplava la frequentazione del mare con il logico e conseguente impiego di navi. Qualcuno  continua a porsi il seguente quesito: navigano come marinai nelle marinerie di altri popoli o avevano una  propria flotta ?. Credo che sia inverosimile che  gli antichi sardi nuragici non avessero navi proprie. Due aspetti molto importanti concorrono a rafforzare questa convinzione: la difesa dell' isola da attacchi esterni e i rapporti commerciali con gli altri popoli coevi. La difesa dell' isola non passava solo attraverso il pattugliamento delle coste dalla terra ferma, ma anche dal pattugliamento in mare. Per almeno 800 anni da che si sviluppo la Civiltà Nuragica la Sardegna non subì alcun attacco dall' esterno. Ciò avvenne perché i nuragici avevano una formidabile flotta dispiegata attorno all' isola che veniva allertata dai tanti nuraghi lungo le coste (il sistema delle torri costiere spagnole ha ricalcato il  sistema difensivo nuragico con i nuraghi lungo la costa). Per i potenziali nemici era impossibile porre piede sull' isola in quanto la flotta nuragica li contrastava ancor prima che si  avvicinassero alla costa. Il secondo aspetto che depone a favore dell' esistenza di una flotta nuragica come detto in precedenza è il commercio con gli atri popoli. Che i nuragici intrattenessero  rapporti commerciali con altri popoli è cosa nota. Ma c' è un aspetto di tali rapporti che  rafforza la tesi sull' esistenza di una flotta nuragica. Manufatti di epoca e fattura certamente nuragica, in particolare ceramiche sono stati rinvenuti in più di un luogo fuori dall' isola, ma senza che in territorio sardo siano aventi rinvenimenti di reperti riferibili alle genti di quei luoghi (eccezion fatta per i reperti Micenei). Ciò cosa dimostra ? Semplicemente che i sardi nuragici possedevano una flotta potente in grado di raggiungere luoghi remoti lontano dalla loro patria senza che nessuno fosse in grado di contrastarli. Esercitavano piena egemonia nel Mediterraneo. Solo nella penisola iberica sono stati rinvenuti circa 75 vasi nuragici. Rinvenimenti ne sono stati fatti in Etruria, Cipro, nella penisola Ellenica. Tutto ciò dimostra quanto i nuragici fossero capaci nel solcare il mare e imporre la loro supremazia. Chi si ostina a scrivere che i sardi nuragici non fossero in grado di navigare non dovrebbe essere preso sul serio. La loro marineria primeggiava al punto tale che  quando nel II millennio a.C.  si formò l' eterogenea coalizione di popoli che porto morte e distruzione nel Mediterraneo Orientale e nell' Egeo (conosciuta come "I Popoli del Mare") ne assunsero la leadership.  Come erano fate le navi nuragiche ? Qualche ipotesi si può fare analizzando i bronzetti/navicelle. Secondo gli  studi fatti da Marco Bonino e Anna Depalmas dell' Università di Sassari la tecnica costruttiva potrebbe essere del tipo a "Cucitura" che prevede di costruire prima la struttura esterna e poi quella interna con le relative sovrastrutture. Questa tecnica era in uso in alcune  popolazioni antiche. E' stata osservata anche nell' imbarcazione del Faraone Cheope III che è stata trovata nelle vicinanze della sua piramide. Dall' osservazione dei bronzetti/navicella si possono dedurre essenzialmente tre tipologie di imbarcazione. La prima  di piccole dimensioni, adatta all' impiego in acque interne. La seconda di dimensioni maggiori con fondo piatto di probabile uso sia in acque interne che in mare ma su bassi fondali. Infine una terza tipologia di grosse dimensioni con fianchi arrotondati da impiegare in mare anche in acque alte. Fu probabilmente questo tipo di nave che venne impiegata nelle rotte che portarono i nuragici lontano dall' isola. L' utilizzo di remi potrebbe essere stato abbinato all' impiego della  vela, anche se nei bronzetti non si nota alcun supporto per i remi. 


Probabili rotte della marineria nuragica.