venerdì 11 aprile 2014

La Sardegna preistorica e nuragica fu isolata dal contesto dei popoli coevi ?

di Angelo  Vinci

Nuraghe Arrubiu Orroli
Ancora c' è chi continua a non volere  inserire la Sardegna del periodo nuragico tra le civiltà più importanti nel contesto storico antico del  Mediterraneo. Sono fermamente  convinto che la Sardegna Nuragica ebbe un ruolo insostituibile negli scambi commerciali nell' area del Mediterraneo fin da  quando tra le antiche popolazioni iniziarono a svilupparsi i primi segni di civiltà. La Civiltà Nuragica è da considerarsi   una grande civiltà. I monumenti più importanti e identificativi di questa civiltà non  trovano confronto in altre civiltà coeve alla Civiltà Nuragica. Questa peculiarità è  la conseguenza dell' isolamento culturale  della Sardegna nuragica ? Interrogativo a cui credo si possa rispondere solo con un  fermo e convinto NO.  Non si può pensare  solo per il fatto che la Sardegna essendo  un' isola geograficamente collocata al centro del Mar Mediterraneo, distante dalle altre terre,  possa essere rimasta isolata per  tanti secoli. Isolata  e non interessata ai flussi commerciali e tanto meno partecipe dei cambiamenti culturali del suo tempo. Oggi il grande bagaglio di conoscenze derivante dai numerosi rinvenimenti di manufatti nuragici fuori dall' isola ci da maggiori certezze in merito al ruolo avuto dai sardi nuragici nel contesto delle civiltà del tempo. La Sardegna fu meta di scambi fin dagli albori della preistoria. Per i popoli preistorici l' ossidiana fu un materiale ricercatissimo in quanto indispensabile per la realizzazione di strumenti di comune uso in particolare pugnali e punte per frecce. La Sardegna ricchissima di ossidiana (Monte Arci è il giacimento più cospicuo) fu per le popolazioni preistoriche dell' area Mediterranea il luogo ideale dove approvvigionarsi di ossidiana. Durante la fase di maggior sviluppo della Civiltà Nuragica i contatti e gli scambi con gli atri popoli si intensificarono. Furono particolarmente intensi e prolifici con le genti del Mediterraneo Orientale.  Creta, Rodi, Cipro la penisola Ellenica hanno restituito manufatti di sicura fattura nuragica, che attestano che vi furono contatti tra i  nuragici e le genti di quei territori. I sardi nuragici che sapevano andar per mare si spinsero fino a quei luoghi remoti dove i traffici commerciali erano molto intensi.  I  sardi nuragici intrattenevano rapporti  oltre che con il Mediterraneo Orientale anche con la penisola Italica,  la penisola Iberica e con le coste del Nord Africa, come testimoniato da rinvenimenti di ceramica nuragica a Cartagine. I contatti con le popolazioni iberiche ci vengono attestati non solo da ceramiche nuragiche rinvenute in Spagna, ma anche da manufatti in bronzo di fattura iberica rinvenuti in Sardegna: asce e spade in particolare. Per ciò che attiene ai contatti con le popolazioni della penisola Italica le maggiori attestazioni ci vengono dall' Etruria. Siamo in piena Età del Ferro e nella fase finale della Civiltà Nuragica e in questa fase  i contatti tra Etruschi e Nuragici sono molto intensi. C' è chi ipotizza che gli Etruschi non siano altro che i discendenti di gruppi di Nuragici che si spostarono dalla Sardegna verso le coste della Toscana e vi si stabilirono. E' un' ipotesi azzardata ma che mi sento di condividere.  Nelle sepolture Etrusche sono state rinvenute delle "Brocchette Askoidi" di produzione nuragica. In merito a queste brocchette si potrebbe ipotizzare che lo strato "elitario" (nelle tombe etrusche si seppellivano i morti delle classi sociali più elevate) della società Etrusca abbia accolto e utilizzato questa specifica tipologia di ceramica nuragica tipicamente adibita al contenimento del vino proprio perché persistevano reminiscenze della società nuragica di cui essi stessi erano una gemmazione. Tra Nuragici ed Etruschi di sicuro vi fu un legame molto stretto, visto il discreto numero di manufatti nuragici in ceramica e in bronzo rinvenuti nei siti Etruschi. Nelle tombe e nei santuari etruschi sono stati rinvenuti oggetti votivi di fattura nuragica: in particolare bronzetti. A ciò si potrebbe dare una sola spiegazione: praticavano gli stessi riti dei nuragici in quanto la loro progenie era nuragica. Se cosi non fosse che senso avrebbe avuto deporre nelle tombe e nei santuari oggetti votivi tipicamente nuragici. E' probabile che in Etruria vi fosse una popolazione autoctona non ancora evoluta a cui si sovrapposero gruppi di nuragici  notevolmente più evoluti dando origine alla Civiltà Etrusca. Lo storico antico Strambone ci racconta di incursioni di sardi sulle coste della Toscana e di gruppi di tirreni in Sardegna.

I rinvenimenti di ceramica micenea in particolare nel sud della Sardegna, fa pensare che i contatti con   Micene furono particolarmente intensi. Si può altre sì dedurre che tra Micene e la Sardegna nuragica i contatti  furono continui e protratti nel tempo. Che i nuragici intrattennero contatti con la penisola Iberica è testimoniato dal rinvenimento di numerosa ceramica di fattura nuragica in alcuni siti archeologi delle coste meridionali della Spagna. Particolarmente cospicui i rinvenimenti nel sito di Huelva. Buona parte di questa ceramica è ascrivibile alla tipologia dei contenitori per il trasporto di alimenti. E' quindi è da presumere che vi fosse uno scambio commerciale tra l' Iberia e la Sardegna. Con Creta e Cipro i contatti furono altrettanto stretti. Sulla costa centro meridionale dell' isola di Creta sono state rinvenute ceramiche nuragiche databili al Bronzo Recente. Sempre a Creta precisamente a Kuhanaiale Tekke (al centro dell' isola) è stata rinvenuta una brocchetta tipica dell' epoca nuragica databile al 1.000 a.C. Tutti questi rinvenimenti ci fanno capire che il popolo nuragico non rimase immobile, chiuso nei confini della propria isola senza essere parte attiva delle fasi evolutive che erano in atto nelle civiltà del tempo. Il popolo nuragico fu attivo e partecipe. La posizione geografica al centro del Mediterraneo fu uno dei punti di forza degli scambi tra i sardi nuragici e gli altri popoli, in quanto permise loro di raggiungere tutte le terre che si affacciavano sul Mediterraneo. La Sardegna nell' epoca nuragica fu il centro commerciale del mediterraneo e furono i nuragici in virtù delle notevoli risorse di cui l' isola disponeva a proporre, e  imporre le politiche di scambio commerciale. E' assai probabile che la loro flotta molto potente fosse in grado di esportare  i loro prodotti in tutto il Mar Mediterraneo.  Occorre rinnegare la tesi che prevede per la civiltà  nuragica un ruolo circoscritto ai soli confini dell' isola. Non vi è nulla di azzardato nel voler riconoscere alla Sardegna un ruolo da comprimario nel contesto delle antiche civiltà del  Mediterraneo. I sardi nuragici furono molto attivi negli scambi commerciali. Riuscirono a  entrare in contatto con tutte le popolazioni  del Mediterraneo attivando scambi commerciali e attingendo nuovi elementi culturali  e nuove tecnologie. Non è una esagerata enfatizzazione del ruolo dei sardi nuragici, ma piuttosto la logica deduzione che se ne  trae  dai tanti rinvenimenti di manufatti di sicura fattura nuragica fatti in luoghi extra insulari. La tesi che colloca i sardi nuragici ai margini del mondo di allora senza alcun interesse agli scambi culturali e economici che intercorrevano tra i popoli, ritengo  non sia sostenibile.  I nuragici esportavano prodotti quali il vino e l' olio come testimoniato dal rinvenimento in siti extra insulari (Iberia e isole dell' Egeo) di grandi contenitori tipici per la conservazione e la mescita del vino (vasi askoidi) e dell' olio (giare). Non meno importanti furono gli scambi in ambito metallurgico. Presumibilmente i primi contatti avvennero con Cipro. I ciprioti  furono i precursori della metallurgia del bronzo. Si può ipotizzare che  i mastri metallurgici del bronzo che operarono nella Sardegna nuragica appresero "l' arte" proprio dai ciprioti nel corso della frequentazione dell' area egea.

Tomba etrusca
La stessa struttura architettonica a pseudo cupola delle tombe etrusche può essere derivata dalla tholos dei nuraghi. Ciò che occorre affermare è che i sardi nuragici non rimasero chiusi nel loro mondo delimitato dalle coste della loro isola, ma solcarono il mare alla ricerca  nuovi contatti con le genti di altri popoli. La quantità e le diverse tipologie delle riproduzioni di navicelle nuragiche fateci pervenire dal popolo nuragico ci danno una conferma in tal senso. Le navicelle documentano che tra i nuragici e il mare il rapporto era molto stretto. La Civiltà Nuragica non va vista come una civiltà minore insignificante, che non ha avuto ne "arte ne parte" nel novero delle antiche civiltà. La storia della Sardegna protostorica va letta accantonando lo stereotipo del sardo nuragico poco evoluto immerso in una società di tipo tribale refrattaria ai contatti con gli altri popoli e ai mutamenti culturali del proprio tempo. La Civiltà Nuragica va inserita tra le grandi civiltà antiche riconoscendogli un ruolo di primo piano.