Territori della Fenicia |
I Fenici erano un
popolo (forse) di navigatori e abili commercianti, che nel IX a. C. stando all'
ufficialità, avrebbero "messo piede"
per la prima volta in Sardegna venendo a contato con le
genti della Civiltà Nuragica. Il condizionale è d' obbligo perché le
cose potrebbero essere andate diversamente. Non tanto per ciò che
attiene al loro arrivo nell’ isola (i riscontri archeologici ci permettono di
collocare la loro presenza in Sardegna attorno al 800-750 a. C.) ma
piuttosto su ciò che attiene al presunto primo contatto con i Sardi Nuragici. Attualmente non
vi è alcun dato archeologico che possa spostare a ritroso e in modo
significativo la datazione del loro arrivo in terra sarda. La datazione del
loro arrivo è quasi unanimemente riconosciuta. Quest’
aspetto finché non arriveranno altri riscontri in campo
archeologico che vadano a modificare i dati attualmente
disponibili, lo possiamo accettare come base di partenza per ulteriori discussioni
in merito alla presenza dei Fenici in Sardegna. Siamo certi che tra Sardi
Nuragici e Fenici non vi siano stati precedenti contatti? No assolutamente no, non abbiamo la certezza che i Fenici non avessero già incontrato i Sardi Nuragici. Quasi
sicuramente i Sardi Nuragici, solcarono il Mare Mediterraneo molto prima
dei Fenici. Può essere che abbiano toccato le coste della Fenicia quando
facevano parte della coalizione eterogenea di popoli che gli Egizi chiamavano «Popoli del Mare». Questa coalizione si rese protagonista d’incursioni
devastanti sia in Fenicia, che in altri territori dell' Oriente. Ritengo lecito
presupporre che i primi contatti tra Sardi Nuragici e Fenici abbiano avuto
luogo in Oriente in casa dei Fenici proprio in occasione di tali incursioni. Vi sono alcuni aspetti in merito
all’ insediamento dei primi gruppi di Fenici in Sardegna che, se
sottoposti a un’analisi logica mostrano delle incongruenze. Incongruenze che depongono a
favore dei primi contatti tra i due popoli avvenuti fuori dall' isola. Quando i Fenici
decisero di stabilirsi in Sardegna non incontrarono ostilità alcuna da parte
dei natii, anzi è probabile che vi fu un' integrazione, quasi
una collaborazione tra le due etnie, come se non si sentissero reciprocamente
nemici, ma piuttosto "conoscenti di lunga data". Questo
aspetto è molto importante perché ci permette di fare delle
logiche considerazioni. In funzione di cosa si può ipotizzare che Sardi Nuragici e Fenici abbiano avuto i "primi approcci" lontano dall' isola ?
I Sardi Nuragici
erano al culmine evolutivo della loro civiltà,
avevano affinato tecniche difensive già collaudate da secoli e secoli.
Tecniche che avevano permesso al popolo nuragico di non subire invasioni da parte di nessun popolo coevo. Vi è
poi l’ aspetto militare da considerare. I nuragici erano guerrieri abilissimi e
temuti, dai popoli coevi. Erano di casa nell' Oriente in quanto con la loro flotta intrattenevano rapporti commerciali con molti popoli dell' area. Erano apprezzatissimi
per il loro eccellere nell'arte della guerra. Fecero parte della guardia
personale di Ramesse II° come gli stessi Egizi ci hanno tramandato. Erano temuti da tutti. Tanto
temuti che gli egizi in più occasioni ne esaltarono le virtù
militaresche. Stando a quanto ci viene tramandato gruppi di
guerrieri nuragici (Shardana come vengono menzionati dagli
egizi) dovrebbero essere stati guardie personali del Faraone e abbiano combattuto come mercenari nell' esercito egizio. Se diamo per certo che i Fenici
arrivarono per la prima volta sulle coste sarde fondando degli stanziamenti stabili,
che in seguito avrebbero ampliato tanto da farli diventare delle città e in seguito si sarebbero spinti con nuovi insediamenti fino alle zone interne dell’
isola, dobbiamo anche accettare che ciò sia
potuto avvenire solo con un supporto militare efficiente. E qui troviamo la
prima incongruità. Vi pare che i Sardi Nuragici militarmente assai
superiori ai Fenici (di cui nessuna fonte antica riporta alcunché
sulla forza militare) si siano fatti sopraffare in terra
propria. I Sardi Nuragici avevano delle capacita militari troppo superiori,
ben collaudate rispetto al "pacifico" popolo dei Fenici.
Anche la dislocazione logistica dei sistemi difensivi depone a favore
della enorme difficoltà per chiunque avesse tentato
di approdare indisturbato sulla costa sarda. I Sardi
Nuragici avevano raggiunto capacita e tecniche
tali nella costruzione dei nuraghi, che erano in grado di erigerli nei punti
più impervi, anche in prossimità della costa, e quindi in grado di allertarsi in tempo congruo per preparare la difesa. Con queste prerogative è evidente
che sarebbe stato del tutto facile per i Sardi Nuragici respingere
i Fenici qualora avessero tentato di effettuare sbarchi nelle coste
dell’Isola. Se i Fenici non sbarcarono con facilita,
come fecero a fondare le città a loro ascritte ? Una
ipotesi potrebbe essere che i Fenici siano stati "invitati"
dai Sardi Nuragici a venire in casa loro. Tale invito può esser
derivato da una frequentazione della Fenicia da parte dei Sardi Nuragici
già in essere da qualche tempo. I Fenici potrebbero aver
costituito degli insediamenti stabili nelle zone in cui risiedevano i Sardi
Nuragici, con il beneplacito degli stessi Nuragici che li invitarono a "casa loro". Altrimenti
come si può spiegare che nelle immediate vicinanze, se non addirittura nel
luogo stesso ove sono sorti gli insediamenti fenici, siano
presenti dei nuraghi o strutture nuragiche (pozzi, resti di paramenti
murari). Le due etnie nel tempo possono aver raggiunto un tale livello di
integrazione reciproca, che convinse i Nuragici ad abbandonare i
nuraghi e vivere negli abitati fenici. A supporto di questa tesi, vi sono il
pozzo nuragico, uno stiletto, una navicella nuragica e un elemento
costruttivo di nuraghe trovato inserito nel muro del tempio cartaginese di
Tanit a Nora, la struttura muraria nuragica megalitica di Tharros e i
referti di sicura fattura nuragica trovati in alcune tombe fenice a Bithia.
Nelle città sorte ad opera dei Fenici (?) (Bithia, Nora, Sulky,
Tharros, Cormus, Caralis) la
presenza dei nuraghi è attestata con residuati più o meno consistenti. A Sant'
Antioco (l' antica Sulky fondata dai Fenici) i nuraghi di cui è accertata la
presenza sono oltre venti.
Con una presenza cosi cospicua in un territorio relativamente poco esteso come l' isola di Sant' Antioco, mi pare abbastanza evidente che lo stanziamento stabile dei Fenici può aver avuto luogo solo perché i Sardi lo permisero. Orbene è appurato che la
costruzione dei nuraghi era di pertinenza dei Sardi Nuragici e non dei Fenici.
Se facciamo un ragionamento logico, non possiamo fare a meno
di concludere che nelle città "fondate" dai
Fenici dove gli insediamenti nuragici erano già presenti, i Fenici non possono
aver "sfrattato" i Nuragici per erigere le loro città.
Tanto meno non si può pensare che abbiano potuto
edificare le loro città con la costante presenza dei Nuragici nelle immediate vicinanze, se non avessero avuto
il benestare degli stessi Sardi
Nuragici. Una spinta verso la "migrazione" in terra sarda i Fenici potrebbero averla
ricevuta anche dai contatti commerciali che
sostenevano da tempo con i Sardi Nuragici, non solo nella Fenicia ma anche in altre
aree dell' Oriente. Si può anche ipotizzare che
gruppi di essi abbiano seguito volontariamente i Sardi Nuragici al loro
rientro sull' isola. Giunti nell' isola crearono
degli avamposti a puro scopo commerciale. Tali insediamenti in
seguito al rafforzarsi della pacifica convivenza con i
sardi, sarebbero stati ampliati inglobando buona parte
dei Sardi Nuragici che vivevano nelle vicinanze. I
Fenici non avrebbero quindi imposto la loro presenza con la forza come è solito
fare ai conquistatori. La presenza fenicia fu
concordata con rispetto reciproco tra i due popoli. Non può esserci stata
un’egemonia assoluta e totale dei Fenici rispetto ai Sardi
Nuragici. I Fenici sicuramente erano avanti tecnologicamente rispetto ai
sardi nuragici, ma nel raffronto puramente militare ne uscivano ampiamente
perdenti. Non erano guerrieri nel senso stretto del termine e erano poco avvezzi
all'arte della guerra. Nessuna fonte storica riporta notizie di guerre tra
Fenici e altre popolazioni coeve.
Questo aspetto può essere stato determinato dal fatto che erano un popolo,
che praticava la stessa religione, aveva la stessa economia basata
sul commercio, ma che non aveva uno stato unico inteso come entità
politica, ma piuttosto ogni città era uno stato a se stante. Sicuramente
ogni città/stato in virtù della grande esperienza acquisita nel solcare i mari per commerciare i propri prodotti, decise di intraprendere la navigazione a più
ampio raggio nel Mediterraneo. Nei loro spostamenti è
improbabile che fossero accompagnati da una compagine militare, poiché
è più verosimile che il loro piccolo esercito fosse impiegato
per la difesa della città piuttosto
che per spedizioni militari a scopo espansionistico.
Ogni città/stato si muoveva autonomamente nel Mediterraneo.
Alla luce di tutto ciò è impensabile che abbiano potuto arrivare in Sardegna e
fondare delle città senza che vi fosse nessuna reazione da parte dei Sardi
Nuragici. In Sardegna sono sicuramente arrivati, ma come
detto in precedenza con il beneplacito dei sardi nuragici, verosimilmente per
creare piccoli "scali commerciali". Dato certo e indubitabile è che in
Sardegna c’è stata una presenza dei Fenici a partire dalla meta del 750
a.C. ma tale presenza vi fu non contro la volontà dei
Sardi Nuragici, bensì da questi fu sicuramente consentita e
verosimilmente i sardi nuragici stessi si integrarono e "fusero"
autonomamente con i fenici andando a vivere nelle città da
essi create. Vi è una tendenza assai diffusa tra alcuni
storici che legge la storia del Popolo Nuragico in modo
riduttivo. Essi pensano che i Nuragici abbiano sviluppato la loro civiltà in
ambito isolano, e non siano stati protagonisti fuori dall'
isola. Pensano che tutti i manufatti
ascrivibili ad altri popoli coevi siano arrivati in Sardegna portati da
uomini appartenenti a tali popoli. Ciò vale per Micene, Creta, Civiltà
Minoica e naturalmente i Fenici. Il fatto che in alcuni Nuraghi o siti nuragici
siano stati rinvenuti reperti di fattura fenicio/punica non significa affatto
che siano stati portati sul posto dai Fenici. Chi o cosa ci vieta di
ipotizzare che siano il frutto di scambi commerciali tra i Sardi Nuragici e
i Fenicio/Punici. I Sardi Nuragici che sicuramente
avevano già avuto contatti con i fenici in casa loro possono avere
ricevuto tali oggetti come merce di scambio per i loro prodotti esportati
in Fenicia. Vi è un altro aspetto da non sottovalutare, che non viene
preso nella giusta considerazione: I POPOLI DEL MARE. Tali reperti possono
essere il bottino delle razzie dei sardi nuragici, che erano parte integrante
dei popoli del mare, se non addirittura capi indiscussi della coalizione.
Tra il 1.200 e il
1.300 a.C. una coalizione di genti di varie etnie scorrazzava in
lungo e in largo nel basso Mediterraneo e nell' Egeo. Gettarono
lo scompiglio tra i popoli coevi. Dove mettevano piede portavano
distruzione e terrore. Molte città vennero rase al suolo. Tra i
popoli della colazione vi erano anche i Sardi Nuragici, che con molta
probabilità erano alla guida della coalizione. La logica ci impone di credere
che al termine delle razzie effettuate a danno delle popolazioni di quei
luoghi, abbiano portato al rientro nelle loro patrie di origine (la Sardegna
per gli Shardana) manufatti locali di qualsiasi genere razziati durante
le scorrerie. Un altro aspetto che va rivisto è l' arrivo dei Cartaginesi
nell' isola. Se si da per scontato ché i Fenici siano arrivati
in Sardegna da conquistatori e dominatori, dobbiamo
altresì supporre che i loro cugini Cartaginesi al loro arrivo in
Sardegna non abbiano trovato alcuna difficoltà nel prendere
possesso dell' isola, poiché i Sardi Nuragici erano stati già sottomessi. I
riscontri storici ci dicono che i punici dovettero imporsi con la
forza. I Cartaginesi effettuarono una spedizione militare in Sardegna
guidata da Amilcare e Asdrubale entrambi figli di Magone. Questa spedizione
segui un' altra spedizione guidata da Malco nella quale vennero sconfitti dai
sardi nuragici. La spedizione dei figli Magone porto alla vittoria i
cartaginesi che diedero inizio alla dominazione della Sardegna.
Se non riuscirono a conquistare la Sardegna con facilita, deriva dal fatto
che in Sardegna l’apporto antropico dei Fenici era
scarso, ancora predominavano i sardi nuragici, i quali
inseriti pienamente nel contesto
delle città fondate dai Fenici, con il loro apporto militare
riuscirono a contrastare il tentativo di sbarco dei Cartaginesi. I Punici solo con un corpo
di spedizione assai corposo riuscirono a sbarcare
nell' isola. Come gli storici ci raccontano iniziarono la
colonizzazione della Sardegna, ma senza mai riuscire ad averne il controllo completo di
tutti i territori. La zona interna e montana
rimase sotto il controllo dei sardi nuragici che continuarono a vivere
mantenendo sempre una effettiva indipendenza e autonomia. I Cartaginesi
mantennero il controllo solo delle zone costiere e dell' immediato entroterra.
In queste zone si formarono aggregazioni di popolazioni miste,
sardo-puniche. Tra Cartaginesi e sardi punici con il tempo i rapporti divennero stretti e
vi fu intesa e collaborazione, tante che agirono congiuntamente per
tentare di scacciare i Romani. Nelle città i due nuclei etnici si mescolavano
o almeno convivevano pacificamente. Nel periodo della coabitazione tra
punici e sardi nuragici un fatto abbastanza significativo può rafforzare la
mia tesi secondo cui esisteva un' entità politica, giuridica, militare ed economica autonoma rispetto a Cartagine. Tale entità era formata da Sardi Nuragici e Punici/Sardi. Mi riferisco
alla coniazione di monete aventi la testa della Dea punica
Tanit nel diritto, e il nuragico Dio toro col simbolo solare nel
verso.
Una simile moneta è da considerarsi sardo-punica e espressione di entità politica autonoma rispetto a Cartagine. La coniazione delle
monete era tipica di qualsiasi entità politica autonoma e indipendente che decideva in proprio l' effige da rappresentare nei dorsi della moneta. Se le città
sardo-puniche non fossero state autonome e indipendenti la moneta corrente sarebbe
stata quella coniata a Cartagine. La tesi della entità politica autonoma Sardo-Punica viene rafforzata da quanto gli storici romani ci hanno tramandato in merito alla vittoria di Roma su Cartagine. Nell' antica Roma era consuetudine celebrare
i Fasti Trionfali Capitolini, in onore dei vincitori di importanti battaglie.
Ebbene in occasione dei Fasti Trionfali in onore di L. Cornelio Scipione il 6
di ottobre del 258 a.C. i romani lo festeggiano perché vincitore "Sui Sardi e Cartaginesi". Ciò
fa supporre che Roma considerava la Sardegna come un’entità etnica e politica ben
distinta da Cartagine, e anche che i sardi combatterono al fianco dei Cartaginesi non come
subordinati ma come alleati.
Moneta punica coniata in Sardegna |