venerdì 14 febbraio 2014

I Nuraghi le antiche torri protostoriche della Sardegna.

di: Angelo  Vinci
 

Nuraghe Losa Abbasanta
Solo sul territorio della Sardegna e in nessun altro luogo del nostro pianeta, una antica civiltà ha lasciato cosi tante vestigia come simbolo identificativo della civiltà stessa. Questa grande civiltà è durata 1.200 anni. Per tutto il territorio della Sardegna la presenza dei nuraghi si estende dalle colline alle pianure dagli altipiani fino ai posti più inaccessibili. I nuraghi con il loro aspetto imponente, maestoso e superbo sono un simbolo identificativo del paesaggio isolano. Tutto ciò lascia capire perché il nuraghe viene considerato il simbolo araldico della Sardegna. Mi verrebbe da dire che l' identità del popolo sardo, e le sue stesse radici culturali siano da considerarsi racchiuse nel nuraghe. Non vi è posto o angolo della Sardegna dove non sia presente un nuraghe. Vi è un paese in cui il nuraghe (in buono stato di conservazione) si trova inglobato nell' area urbana. Il paese è Sant' Anna Arresi. Perfino a non molta distanza dalla montagna più alta della Sardegna (Gennargentu) è attestata la presenza  dei nuraghi. I nuraghi censiti in Sardegna secondo le stime ufficiali dovrebbero essere circa 7.000. Probabile che questo sia un dato inesatto. Il numero dei Nuraghi censiti non è effettivamente quello reale, in quanto vi sono ancora dei nuraghi che non sono facilmente individuabili, perché ricoperti dalla terra o dalla folta macchia mediterranea, oppure di non facile accessibilità.  Una buona parte di essi sono ancora in ottime o buone condizioni. Di un certo numero di nuraghi rimane solo qualche filare di massi. I danni maggiori più che il tempo li ha fatti l' uomo. Di molti nuraghi rimane solo un cumulo di massi. L' altezza dei Nuraghi va da un minimo di 4 ad un massimo di 18 metri.  Un esempio di nuraghi non catalogati sono i nuraghi Serra e Nuratze e Alleustara ad Aritzo. Tra i comuni di Capoterra, Uta e Decimoputzu è stato appurata la presenza di una trentina di nuraghi. Anche nel comune di Sarroch è accertata la presenza di almeno 15 nuraghi non censiti perlopiù di piccole dimensioni e con scarsissimo residuato. Quando parlo di nuraghi censiti intendo già inseriti nelle carte dell' Istituto Geografico Militare o nelle carte archeologiche.


Nuraghe Diana

Anche nell' isola di Sant' Antioco i nuraghi non censiti sono tanti. Stime più o meno corrette ne riportano circa ottanta (mi pare un numero eccessivo). Ciò fa presupporre che i Nuraghi effettivamente ancora presenti siano molti di più di 7.000. Potrebbero attestarsi sui 8.000-9.000. E' lecito pensare che i nuraghi presenti in Sardegna fossero tanti. Alcune ipotesi di stima arrivano anche a 15.000. Personalmente credo che fossero  assai di meno. Per quanto massiccia possa essere stata l' opera di demolizione da parte delle popolazioni susseguitesi al popolo nuragico, non si può aver demolito la meta dei nuraghi presenti. Un grande numero di nuraghi è stato completamente demolito e di essi non rimane alcuna traccia. Con il pietrame di questi nuraghi sono stati edificati nel corso dei secoli, chiese, ponti, strade, fortificazioni e altro. Già in epoca punica e romana si inizio a ricavarne materiale da costruzione. Nel Medio Evo probabilmente l' opera di demolizione è stata più accentuata, per far fronte alla necessità di pietrame per costruire i manieri. Emblematici sono la fontana pubblica costruita ad Aritzo utilizzando il pietrame della sommità del Nuraghe S. Antinne di Torralba, e il ponte ferroviario nelle vicinanze di Belvì costruito con la demolizione totale del Nuraghe presente sulla sommità del tacco calcareo di Texile. I nuraghi presenti in tutto il territorio dell' isola non potevano non essere presenti anche nell' area urbana di Cagliari. Una seppur minima traccia della loro presenza è stata trovata nei colli della città: Monte Urpinu, San Michele, Castello. I nuraghi erano presenti anche lungo la fascia costiera dell' isola.  In un piccolo rialzo delle colline a Sud del paese di Sarroch a ridosso della Torre del Diavolo si notano i resti di un piccolo nuraghe. Sempre lungo la stessa costa, ma un pò più a Sud nel comune di Pula sulla costa vi sono i resti del Nuraghe Guardia Mogiasca. Sul promontorio del Coltelazzo a Nora, dove è stata edificata la torre omonima, quasi certamente vi era un nuraghe. Altra testimonianza della presenza dei nuraghi lungo la costa la si trova in località Macchiareddu vicino a Cagliari, dove su un piccolo rialzo del terreno si evidenzia la presenza nel passato di un nuraghe, ora completamente demolito. L' elenco è lungo ma mi fermo a questi.

Nuraghe Santu Antine

Tempo fa è stato fatto  uno studio sul posizionamento dei nuraghi nel territorio,. Il risultato è che la stragrande maggioranza dei nuraghi è sita in posizione elevata rispetto al territorio circostante. Ciò è dovuto sicuramente all'  esigenza di controllare il territorio da una posizione vantaggiosa, quale può essere la sommità di un' altura. In alcuni casi troviamo molti nuraghi non molto distanti l' uno dall' altro, quasi a formare un sistema reciproco di allertamento. Come si può constatare nell' Altipiano della Giara dove i nuraghi sono molto vicini. Vi è il caso di un nuraghe che è posto su un' altura talmente scoscesa, che ai tempi in cui fu edificato era praticamene inespugnabile. Questo nuraghe è il nuraghe Antigori di Sarroch. Quando il nuraghe è sito in luoghi completamente pianeggianti, assai spesso è munito di un sistema di mura. Esempio ne sono il Nuraghe Losa di Abbasanta, e il Nuraghe Santu. Antine di Torralba o Nuraxi di Barumini. L' aspetto dei nuraghi quando sono ben conservati è superbamente maestoso e imponente. Maestoso perché esprime un senso di potenza arcaica sovra naturale che trascende dall' ambiente che lo circonda (forse ho esagerato, ma è ciò che penso quando guardo un nuraghe). Superbo perché emerge da un passato lontanissimo  con fierezza carico di mistero in  sfida al tempo che inesorabilmente fluisce. Di fronte ad un nuraghe e alla sua imponenza non si può  fare a meno di fare un salto indietro nel tempo ed immaginare le battaglie combattute da quel popolo forte, coraggioso, impavido e fiero che li costruì. Si possono immaginare i loro canti trionfali ad ogni vittoria. Non vi è dubbio che i nuraghi destino molta curiosità per il loro aspetto architettonico. Ma è altrettanto vero che sono avvolti in un alone di mistero. Se si osserva un nuraghe con attenzione non si può che rimanere affascinati dalla maestria con cui l' antico popolo che li costruì pose in opera gli enormi massi  che ne costituiscono la struttura. I nuraghi non è da molto tempo che vengono studiati. Fino al XX secolo pochi erano in grado di dare dei chiarimenti sui nuraghi. 


Nuraghe Arrubiu
Questo avveniva (e purtroppo avviene ancora) perché si guardava più ai popoli che colonizzarono la Sardegna  misconoscendo la reale identità del  popolo nuragico. Non si può rinunciare al riconoscimento della propria identità, della propria cultura quando la stessa si perde nella notte dei tempi. La civiltà nuragica è storicamente collocata molto indietro nel tempo. Ma rispetto ad altre civiltà ad essa coeva è  stata studiata relativamente di recente.  Questo in buona parte è dovuto al fatto che per tantissimo tempo lo stereotipo degli antichi sardi era di "pastori senza cultura propria". Per lungo tempo il comune pensare era che la Sardegna fosse sempre stata colonizzata e non che i sardi avessero colonizzato altre terre. Io propendo più verso l' ipotesi che invece siano stati i sardi nuragici a dar vita a qualche altra civiltà. Quasi probabilmente la Civiltà Micenea. Le similitudini tra le due civiltà dimostrano che di sicuro vi è stato uno scambio molto intenso e reciproco nel commercio. Ma anche dalle costruzioni si evidenziano delle similitudini. Il popolo nuragico sapeva andar per mare e nei suoi spostamenti è probabile che qualche gruppo di uomini si sia fermato nella penisola Ellenica dando inizio ad una nuova civiltà. Anche gli Etruschi credo non siano altro che una discendenza di gruppi di sardi che colonizzarono l' Etruria. Da almeno un centinaio di anni gli studiosi si sono applicati maggiormente allo studio della civiltà nuragica, e grazie a loro lavoro se oggi si comprende meglio quale sia stato il ruolo avuto dal popolo nuragico tra i popoli del Mediterraneo.


Nuraghe Nuradeo
La denominazione "Sa Domu de S' Orcu" che viene data ad alcuni nuraghi, deriva da ipotesi del tutto fantasiose che venivano date nei secoli passati sulla funzione dei nuraghi. Essi infatti venivano indicati come il luogo in cui abitavano orchi giganteschi. Le fonti storiche più antiche che fanno accenno ai nuraghi sono greche. Sono costituite dalle notizie, tramandate da Diodoro Siculo ed il Pseudo Aristotele, vissuti nel I° sec. a.C. e nel I° sec. d.C. Secondo quanto questi autori greci ci hanno fatto pervenire, la presenza dei nuraghi è da attribuire al mitico eroe greco Iolao, (l' auriga di Ercole) il quale dopo aver conquistato tutta la Sardegna con una spedizione di Tespiesi (di cui egli stesso era re)  fece costruire da Dedalo i nuraghi. Lo storico greco Diodoro Siculo nella sua Bibbliothecca Historica riporta questo passo "Allora Iolao fatto venire Dedalo dalla Sicilia costruì opere molto grandi, che rimangono sino ai tempi d' oggi e chiamate dedalete da colui che le costruì, costruì anche palestre e tribunali e altre cose che contribuiscono alla prosperità". Il Pseudo Aristotile nel suo De Mirabilis Auscultatationibus in un passo che corrisponde al quello menzionato in precedenza di Diodoro Siculo ci dice: "Dicono che in Sardegna ci sono edifici costruiti alla maniera greca antica, molti e belli con cupole costituite con molti filari di pietre e che questi sono stati costruiti da Iolao (figlio) di Ificle". Questi due passi riportano notizie se pur simili totalmente false, in quanto prive di qualsiasi riscontro storico e archeologico. Il fatto che i greci riportino queste notizie anche se basate su leggende dimostra che i greci erano rispetto ad altri popoli coevi molto più informati sulla Sardegna. E' probabile che i greci siano stati anche alleati dei sardi nuragici contro Cartagine. Le prime ricerche sui nuraghi sono iniziate molti secoli addietro, ma senza grossi risultai, in quanto tutto si basava su riscontri letterari. Il Canonico Spano uno dei primi studiosi della storia dei nuraghi diceva che "I nuraghi sono state tombe per la sepoltura degli egizi e come templi in cui si adorava il dio sole". La ricerca sui nuraghi è iniziata in modo molto empirico e dilettantistico e  proprio per questa ragione i primi ricercatori sono stati dei prelati, come padre Madau. Il Madau scriveva che i nuraghi erano costruzioni post-diluviane costruite per dare degna sepoltura al mitico Norace, fondatore della città di Nora e altri dignitari del suo seguito. Sui nuraghi a lungo tempo, si è fatto a gara a chi la sparava più grossa. Perfino  il Mannu (il padre secondo molti della storia sarda) sosteneva la tesi secondo la quale il nuraghe era la sepoltura per genti non sarde, ossia per popoli venuti da fuori a conquistatore la Sardegna. Addirittura vi era chi diceva che erano luoghi per il riparo dalla punture delle zanzare. Se ne sparavano veramente di grosse. Questo perché era in atto una sorta di plagio culturale nei confronti dei sardi. Non si voleva far ammettere agli stessi sardi che costruzioni cosi stupende, maestose e imponenti fossero state edificate dai loro lontani antenati, appartenuti ad una grande civiltà: la Civiltà Nuragica. Oggi dei nuraghi sappiamo molto di più anche grazie a nuove metodologie di scavo archeologico, ed a nuovi riscontri storici. Certo ciò che manca e un riscontro documentale scritto  dallo stesso popolo nuragico a causa della mancanza di una scrittura nuragica.