martedì 28 maggio 2013

I giganti di Monti Prana.

di:  Angelo  Vinci

 Statua di arciere orante restaurata
LE STATUE DI MONTI PRANA
Lungo la strada che da San Giovanni di Sinis (nel comune di Cabras) conduce alla spiaggia di Putzi Idu, si trova un sito archeologico, che per gli archeologi e gli appassionai di storia sarda ha una grande rilevanza.  L' importanza del sito  risiede tutta nella unicità ed eccezionalità dei ritrovamenti fatti. Il sito fu individuato per la prima volta ad inizio degli anni settanta dello scorso secolo. Furono rinvenuti dei frammenti di statuaria nuragica in numero consistente: circa 5.000. A partire dal 1975 fu intrapresa una serie di scavi ad opera dei più noti archeologi dell' epoca che operavano in Sardegna, da Giovanni Lilliu, Alessandro Bedini, Carlo Tronchetti, Maria Luisa Ferrarese Ceruti. Nel 1974 nel corso di lavori agricoli presso il Monte Prana, furono portati alla luce numerosi frammenti di statue che da subito hanno fatto pensare che appartenessero a statue di  proporzioni sovrumane. Dai primi scavi è emersa una situazione archeologica completamente nuova per il panorama archeologico sardo. In nessun altro sito archeologico dell' isola fino ad allora erano stati fatti rinvenenti di statuaria litica e nuragica di quel tipo. Gli archeologi per la prima volta si trovarono di fronte a frammenti di statue di proporzioni enormi,  già da un primo esame  furono attribuite al periodo nuragico. Ciò che qualifica maggiormente il sito è la grandezza sovrumana delle statue. Sulla cima di questo piccolo rialzo del terreno ( Monti Prana) si possono notare i resti di un nuraghe. Mentre  alla base del piccolo colle nella parte orientale si trova una necropoli utilizzata dalle genti che frequentavano il luogo attorno al IX secolo a.C. Le tombe sono del tipo a pozzetto ipogeico (sotto terra) e sono individuali, cioè contenenti un solo defunto. Questo ultimo aspetto ci permette di annotare l' avvenuto distacco dalla precedente modalità di sepoltura dei morti dell' Età del Bronzo. Nelle tombe dei giganti  venivano deposti più defunti. Nelle tombe a pozzetto ipogeico, in ogni   tomba i defunti venivano deposti singolarmente. Nel sito di Monti Prana si cambia radicalmente e si va verso la tumulazione individuale, in singola tomba. E' evidente che vi fosse già in atto un mutamento della società nuragica, che implicava  nuove regole sociali,  le quali  comprendevano anche il modo con cui si seppellivano i morti. La necropoli di Monti Prana sorge su una piccola depressione naturale. Le tombe sono scavate ad intervalli regolari, disposte in file.  Ogni singola tomba conteneva un  defunto,  la copertura è fatta con una lastra in arenaria (pietra tenera e di facile lavorabilità). La necropoli è delimitata da una sorta di recinzione fatta con delle piastrine di pietra conficcate nel terreno a "coltello". Da annottare che non tutte le tombe sono scavate nel terreno,  in alcune il pozzetto che costituisce la tomba è fatto con lastre in pietra. Su questa diversità si possono avanzare tante ipotesi, la più accreditabile può essere riferita  alla scarsa consistenza  del terreno. Sono state effettuate analisi antropologiche sui resti umani trovati nelle tombe, ed è emerso che tra i defunti deposti nelle tombe vi erano  individui  di sesso femminile e maschile, sia adulti che bambini.  Il defunto veniva deposto nella tomba in posizione accovacciata,  privo di corredo funebre. A dire il vero in una tomba è stato trovato uno scarno corredo funebre, composto da una collana in bronzo e un sigillo scaraboide in pasta di vetro. Sopra l' area delle tombe è stata trovata una discarica  di frammenti  scultorei che da un esame successivo sono risultati appartenenti a statue rappresentanti esseri umani.
 Frammenti di statua
Sono stati rivenuti nella discarica circa 5.000 frammenti appartenenti a svariate tipologie di statua. Ancora oggi il ritrovamento di cosi tante statue ridotte in frantumi è un mistero. Potrebbero essere state rimosse dalla necropoli, ma potrebbero anche essere dei frammenti di statue mal riuscite e demolite. Con un lavoro lungo e meticoloso buona parte di questi frammenti sono stati ricomposti per dar forma alle sculture. Le  ricomposizioni hanno restituito diverse tipologie di scultura: betili, modelli di nuraghe, figure umane.

LE TIPOLOGIE DELLE STATUE CON RAFFIGURAZIONI UMANE
 Le statue rappresentative di figure umane hanno dimensioni che vanno ben oltre la normale dimensione umana. Le figure umane rappresentate nella statuaria sono di tre tipi: Pugilatore; Arciere orante;  Guerriero con scudo e spada .
 Testa di pugilatore
Il pugilatore è un figura che troviamo rappresentata anche nei bronzetti nuragici. L' uomo che viene rappresentato nella statua ricomposta, indossa un gonnellino sostenuto da una larga fascia e nella mano sinistra regge uno scudo semitondo tenuto sopra la testa, probabilmente per proteggerla. Il braccio destro sollevato fino a toccare, il bordo dello scudo è  rivestito da una sorta di guaina che ricopre anche il pugno. Questa guaina parrebbe in pelle, ma potrebbe anche essere in tessuto o altro materiale. Di certo  protegge la mano e il braccio del presunto pugilatore. Oltre che alla figura di un pugilatore io propenderei anche all' ipotesi che possa trattarsi di un guerriero (ipotesi avvalorata dalla presenza dello scudo) che veniva adibito al combattimento corpo a corpo. Le fasce o guaine che rivestono le braccia e i pugni probabilmente servivano da protezione durante il combattimento corpo a corpo. Anche la presenza dello scudo rafforza la mia  ipotesi. Potrebbe avere avuto la funzione di protezione  del viso dai colpi. Il volto è caratterizzato  da occhi a doppio cerchio e dalla marcata evidenza tra naso e orbite oculari. Anche la bocca e appena accennata da una lieve incisione. Questa caratteristica del viso non si riscontra osservando i bronzetti. Le gambe sono robuste e si evidenziano bene le dita dei piedi, da ciò si può intuire che questi antichi scultori cercavano di evidenziare anche i particolari del corpo. Queste statue sono state ricavate da un unico blocco di arenaria. La grande fragilità di questo materiale potrebbe essere la causa della frammentazione delle  statue. 
 Testa di pugilatore
Altra figura umana rappresentata nelle statue è l' arciere orante. Questa è una figura che viene rappresentata anche nei bronzetti. La figura dell' arciere rappresentato indossa una  tunica che va fino  sotto l' inguine. Sul torso pende una placca rettangolare, di cui si può solo immaginare il tipo di materiale costruttivo: bronzo o pelle. Questa placca la ritroviamo in altre raffigurazioni di guerrieri di altri popoli del Mediterraneo.  La sua funzione era di protezione del torso. Il capo è ricoperto da un elmo crestato e cornuto. Questo tipo di elmo "cornuto" era in uso anche dai guerrieri di altri popoli del Mediterraneo. La particolarità di questo elmo sono le corna che hanno nella  parte terminale dei piccoli globi. L' armatura è costituita da un arco corto tenuto con la mano sinistra,  una spada corta e dalla faretra. La definizione data a questa tipologia di statua  "Arciere Orante" è dovuta alla postura. Ha il braccio destro rivolto in alto con la mano tesa che pare in segno di preghiera-offerta a una qualche divinità. Questa è la più probabile delle attribuzioni che si può dare in merito al tipo di figura che l' artista dell' epoca ha voluto rappresentare. Si apprezzano le finezze dei dettagli, che vanno dagli schinieri ai legacci, alle mani, all' arco. Da non dimenticare che sono statue realizzate nel IX sec. a.C. e la precisione dei dettagli va rapportata al periodo storico, ai mezzi disponibili e alle conoscenze che potevano avere gli scultori di allora sull' arte scultorea.

Guerrieri Shardana
Altra tipologia di statua non molto  rappresentata, è il "Guerriero con spada e scudo". Di questo tipo di statue ne sono state ritrovate poche e in pessime condizioni. Se  osserviamo queste statue prestando attenzione ai dettagli e le confrontiamo con le figure dei guerrieri "SHARDANA" rappresentati in alcuni bassorilievi  e raffigurazioni dell' antico Egitto, non possiamo fare a meno di annotare la straordinaria somiglianza. Stesso elmo, stesso scudo, stessa spada corta e stesso abbigliamento. Ebbene, questo è un' aspetto che rafforza la tesi da molti sostenuta (io sono tra questi) secondo cui i guerrieri Shardana non sono altro che gli stessi guerrieri nuragici. Nella statuaria rinvenuta a Monti Prana abbiamo molti modelli di nuraghe. I modelli di nuraghe sono sia del tipo a torre singola che complessi. Anche queste sculture sono ricavate da un unico blocco di arenaria. In questa tipologia di scultura più che la rappresentazione realistica di un nuraghe, ne osserviamo la sua stilizzazione. I modelli di nuraghe complesso  riprodotti nella statuaria hanno una cortina muraria turrita (munita di torri), con parapetto e torre centrale con terrazza sporgente. Nel corso di scavi effettuati presso alcuni nuraghi sono stati rinvenuti dei lastroni di pietra obliqui,  questo fatto rafforza la tesi secondo cui nella parte finale del nuraghe, vi era una terrazza con pavimentazione lignea, che poggiava proprio sui mensoloni. I modelli di nuraghe erano ben noti agli archeologi già molto prima della scoperta del sito di Monti Prana. Anche nei bronzetti nuragici sono rappresentati i nuraghi. I bronzetti avevano una valenza strettamente legata a valori religiosi.  Erano offerti alle divinità nei luoghi di culto. Nel panorama archeologico della Sardegna l' importanza del sito di Monti Prana è grande e straordinaria. Le statue in cui vengono rappresentati i guerrieri esaltano le virtù belliche dei nuragici. Anche la sacralità con le statue dei pugilatori, dei modelli di nuraghe e dei betili è ben rappresentata. Oltre al  fascino che queste statue emanano, rimane il mistero di chi e perché  costruì le statue. Da lunghi anni presso il Centro Restauri di Li Punti a Sassari è in corso il restauro, che presenta non poche difficoltà a causa della frammentazione delle statue  e del lungo periodo in cui le statue sono rimaste nei depositi (33 anni). L' auspicio è che quanto prima vengano esposte al pubblico per una completa fruizione. 
Foto 5. Statua appena rinvenuta